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“Sono tutto orecchi!”

La percezione uditiva dei piccoli dal pancione ai 2 anni

Cosa sente il/la bambino/a nella pancia della mamma? 

Il/La vostro/a bambino/a nel pancione è davvero un/a gran lavoratore/ice: appena l’ovulo e lo spermatozoo si incontrano iniziano una serie di processi che lo/la porteranno ad essere capace di percepire il mondo e di adattarsi ad esso appena nascerà. L’aspetto strabiliante è che alcune capacità cominciano a formarsi così presto che sembra incredibile in un esserino di appena un centimetro e mezzo e di 1 grammo di peso! Questi infatti sono i parametri del vostro bambino e della vostra bambina a 8 settimane di vita. In questo momento già l’apparato uditivo ha cominciato a formarsi e si perfezionerà sempre di più finché a 24 settimane la struttura base sarà completa e il/la bambino/a avrà già cominciato a familiarizzare con i suoni che derivano sia dall’ambiente intrauterino che dall’esterno.

 

Nel sacco amniotico i bambini sono molto stimolati da un punto di vista sonoro, infatti il battito cardiaco della mamma ha una frequenza di 72 bpm di media: come se ascoltassero tutti i giorni il ritmo della batteria nella canzone Bohemian Rhapsody dei Queen! Ascoltano anche tutti i rumori che avvengono nel corpo materno, i movimenti gastrici, intestinali, respiratori, un flusso quindi di rumori e suoni che li accompagnano nella crescita.

Una volta si pensava che il/la bimbo/a in pancia fosse “passivo/a”, in realtà con alcune tecniche sperimentali si è potuto notare come sia molto attivo/a e come reagisca, addirittura in maniera differenziata, a ciò che sente: è molto sensibile alla voce materna, ad una sequenza precisa, ritmata e continuativa di parole (ad esempio una filastrocca o una ninna nanna) e alla musica, si è constatato infatti che questi stimoli lo/a “rilassano” producendo in lui o lei una decelerazione cardiaca, mentre suoni forti e improvvisi lo/a portano ad avere reazioni di soprassalto come l’aprire e chiudere gli arti, il riflesso delle palpebre e l’accelerazione cardiaca.

Si è ampiamente dimostrato come nel periodo della gestazione il bambino e la bambina siano quindi come spugne da un punto di vista uditivo: le voci, la musica, i suoni (dolci e cadenzati) vengono memorizzati nella pancia della mamma e riconosciuti dopo che sono venuti al mondo e quelli che nel grembo materno procuravano una sorta di rilassamento, molto probabilmente, sortiranno lo stesso effetto dopo la nascita: questa “familiarità sonora” tra prima e dopo il parto è molto rassicurante per i neonati, permette una continuità “uditiva” che li fa sentire protetti.

 

L’udito dagli zero ai due anni
Alla nascita i neonati hanno un apparato uditivo abbastanza organizzato, non molto dissimile da quello adulto, anche se la porzione del cervello adibita a codificare i suoni è ancora immatura e si svilupperà via via nel corso dell’infanzia. Fin dalla nascita quindi reagiscono agli stimoli acustici in base al loro stato fisiologico (sonno o veglia) e al tipo di suono: quello che riconoscono fin dai primi giorni di vita è la voce materna. Ad evidenza di ciò alcuni ricercatori hanno condotto un esperimento sui lattanti di tre settimane: i bambini succhiavano il medesimo latte da due diverse tettarelle, ad una era associata la voce materna e all’altra una diversa voce femminile: i bambini hanno trascorso molto più tempo a bere il latte dalla tettarella collegata alla voce della propria mamma.

La predilezione per la voce umana è evidente, se nell’ultimo trimestre di gravidanza voi papà parlate con lui o lei diverse volte, molto probabilmente, alla nascita vi riconoscerà. Il fatto che i neonati siano predisposti a preferire la voce umana è un elemento di fondamentale importanza poiché parlare con i bimbi favorisce la futura acquisizione del linguaggio.

I neonati sanno anche differenziare il suono di parole dette da una persona da qualsiasi altro rumore, e a 2-3 mesi riescono a localizzare la provenienza di una voce ruotando la testa e dirigendo lo sguardo verso la fonte sonora.

Con la crescita la percezione uditiva si affina sempre di più permettendo ai bambini di discriminare suoni diversi: già a 2 mesi sanno distinguere suoni come “ma” e “pa” e addirittura sanno capire la differenza di intonazione, quindi parlate loro spesso, usando toni diversi (scherzoso, di sorpresa, allegro, calmo, più vivace) sottolineando i vari momenti della giornata… arricchirete il loro bagaglio di suoni!

Da 4 mesi in poi reagiscono a differenti tipi di rumori, uno troppo forte li disturba, al contrario un sonaglio o un giochino musicale o una canzoncina/filastrocca che amano li fa sorridere e ruotare la testa per cercare con lo sguardo la provenienza di un suono così piacevole. Noterete che fisseranno sempre più spesso la vostra bocca mentre parlate e a 6 mesi cominceranno a tentare di imitare ciò che ascoltano. A questa età potrete avere la sensazione che il vostro bimbo o bimba abbia voglia di dirvi qualcosa, tanti mamma e papà riferiscono questa percezione: voi guardate negli occhi il vostro piccolo e dialogate, provate a mettervi nei suoi panni e giocate a parlare a posto suo (“hai ragione, mi sa che oggi è proprio caldo”…”mi vuoi dire con questo sorrisino che ti è proprio piaciuta questa canzoncina eh?”).

A 7/8 mesi i vostri bimbi avranno già avuto esperienza di diversi suoni e inizieranno a ripetere delle sillabe in sequenza (ma-ma, ba-ba, pa-pa); per aiutarli ad affinare sempre di più la loro percezione uditiva potete ripetere le stesse sillabe ed introdurne altre in un dialogo ricco anche di cambiamenti tonali che li aiuterà ad acquisire nuove competenze uditive e linguistiche.

Da 1 a 2 anni sapranno riconoscere sempre meglio parole, intonazioni, favole, musiche, filastrocche e ve le richiederanno; aiutateli ad apprendere molteplici espressioni, questo è il periodo della nascita del linguaggio vero e proprio e più ascolteranno nuovi termini più affineranno la percezione acustica e più comprenderanno nuovi vocaboli.

 

Come aiutare il/la vostro/a bambino/a nello sviluppo della percezione uditiva?
L’apparato sensoriale uditivo del/la bambino/a piccolo/a è programmato in modo da favorire l’interazione sociale quindi niente di più facile che assecondare questo “programma naturale”:
• mamme e papà, quando i vostri bimbi sono ancora nella pancia, parlate e cantate con loro, la voce umana è preziosissima per la crescita umana.
• fate ascoltare loro musica (canzoni, ogni strumento musicale che avete a casa) ninna-nanne, filastrocche e suoni della natura (per un approfondimento potete leggere l’articolo “La musica che abbiamo dentro”).
• i bimbi in pancia e appena nati non amano rumori forti e improvvisi, evitate quindi contesti troppo rumorosi.
• leggete fiabe e favole, esistono libricini adatti ad ogni età, anche per bimbi di pochi mesi: leggete in modo chiaro e scandito enfatizzando il racconto, modificando il tono della voce, la mimica del volto e i gesti, divertitevi quando leggete, i bimbi non vi staccheranno gli occhi di dosso.
• I vostri bambini comprendono ancor prima di parlare quindi utilizzate più parole possibili in modo da aiutarli a riconoscere termini diversi.
• cantate insieme a loro.

In questo modo non aiuterete solo vostro figlio o vostra figlia nello sviluppo della percezione uditiva, ma avrete la possibilità di entrare in contatto con loro in modo divertente e creativo!

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