Le traiettorie di sviluppo linguistico sono infatti influenzate da fattori genetici, ossia le variabili che vengono trasmesse di genitore in figlio, e ambientali, ossia i fattori relativi alle esperienze individuali, sociali e contestuali.
Nei primi anni di vita i/le bambini/e vivono e compiono diverse “tappe” evolutive che conducono all’acquisizione graduale dell’uso della parola.
Un/a bambino/a si muove, compie gesti e parla, queste azioni sono diverse fra loro?
Quando i/le nostri/e bambini/e parlano compiono delle vere e proprio azioni, che potremmo definire “azioni linguistiche “che non sono molto diverse dalle azioni motorie o gestuali. Ad esempio se un/a bambino/a dice alla sua mamma “ho fame” comunica lo stesso bisogno di quando da piccolino/a piangendo comunicava che era il tempo della pappa.
Il linguaggio verbale non è l’unica forma di comunicazione, ma anzi vi sono molteplici modalità comunicative: non verbale, espressivo facciale, prossemica, contatto visivo ecc.
Il linguaggio in modo particolare ha diverse funzioni tra cui:
- la funzione conoscitiva che consente l’acquisizione di conoscenze senza che ci sia un’esperienza diretta;
- la funzione simbolica ovvero la capacità di utilizzare simboli e quindi di associare un segno o un suono a concetti e oggetti della realtà. L’importanza di questa funzione risiede non tanto nell’apprendimento delle parole ma nella capacità di riportare ogni singola parola alla comprensione di ciò che la parola rappresenta.
- la funzione comunicativa ovvero la possibilità di comunicare con gli altri.
Come posso aiutare il/la mio/a bambino/a a parlare?
La variabilità interindividuale nello sviluppo del linguaggio coinvolge i tempi e le modalità relative alle strategie di acquisizione e apprendimento. Quando parliamo di sviluppo del linguaggio dobbiamo quindi sempre considerare il contesto affettivo, relazionale e ambientale. Ogni bambino/a impara a parlare attraverso le proprie modalità e i propri tempi e gli adulti di riferimento hanno un importante impatto nel determinare gli aspetti quantitativi e qualitativi dello sviluppo linguistico.
Per promuovere lo sviluppo linguistico in età prescolare è importante che gli adulti offrano il più possibile occasioni di esposizione al linguaggio e siano di sostegno al suo sviluppo tenendo conto anche dei diversi sottolivelli in cui si esplicita:
- fonetico-fonologico: i suoni del linguaggio
- semantico - sintattico: le parole e i significati
- morfosintattico: frasi e grammatica
- pragmatico: funzione comunicativa
E se non parla? E se parla troppo?
Gran parte delle regole linguistiche vengono apprese entro i 4-5 anni e i/le bambini/e in questa età dovrebbero parlare quasi come gli adulti.
L’acquisizione delle competenze linguistiche non si conclude però nei primi anni di vita ma anzi è un processo dinamico e continuativo che è importante stimolare e sostenere.
Molte volte i genitori confrontano il linguaggio dei/delle propri/e figli/e con quello dei/delle coetanei/e, molte volte questo confronto si traduce in preoccupazione e apprensione eccessiva che possono essere percepite dai/dalle bambini/e a tal punto da andare ad influenzare le loro modalità comunicative. Quando si parla di linguaggio si tende spesso a pensare che sia regolato totalmente da fattori interni, biologici, ma di fatto sono molteplici le variabili che ne influenzano lo sviluppo!
I genitori possono percepire e osservare se vi sono delle difficoltà nella comunicazione e questo è fondamentale perchè queste difficoltà potrebbero essere uno stadio transitorio nello sviluppo del/della bambino/a oppure la manifestazione di una difficoltà che richiede attenzione e valutazione clinica.
Tutti/e i/le bambini/e hanno qualcosa di importante da dire, impariamo ad ascoltare rispettando i loro tempi e tenendo conto della variabilità individuale, ma se vi sono difficoltà nella comprensione o nella produzione del linguaggio e in generale nella comunicazione è bene affidarsi e chiedere il parere di professionisti del settore.