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Quando la festa fa paura

Come comprendere le diverse reazioni dei/delle bambini/e

Prepariamoci per la festa. Ma che cos’è una festa?
“Dai Marco che dobbiamo andare alla festa! Prepariamoci” “Non sei contento?” Quante volte abbiamo pronunciato queste parole, ma alle orecchie dei/delle nostri/e bimbi/e cosa arriva?

Cos’è una festa? Dal latino “festus”= gioioso, felice. Con la parola festa si intende il giorno, il momento in cui si celebra una ricorrenza personale o familiare, religiosa o civile. Ma siamo certi che i/le nostri/e bambini/e abbiano chiaro il significato di questa parola che molto spesso noi adulti diamo per scontata? Siamo sicuri che festa sia sempre sinonimo di gioia, di felicità?

Può succedere che ad una festa un/a bambino/a abbia paura e pianga?

Si, può succedere che ciò che per noi è festa, intesa come gioia, per il/la bambino/a non lo sia. Persone nuove, persone che invadono gli spazi personali con baci e abbracci, voci con toni alti, sguardi invadenti. Può succedere così che sia una gioia per l’adulto e non per il/la bambino/a. I/Le bambini/e vanno preparati, vanno accompagnati a comprendere il motivo di un incontro, di una celebrazione e soprattutto vanno rispettati e capiti. Ci sono adulti che non amano il contatto fisico, ci sono adulti che preferiscono incontri con poche persone e ancora ci sono adulti che preferiscono feste tranquille, altri che amano la musica alta e il caos. Questi adulti prima di diventare adulti sono stati bambini/e e probabilmente bambini/e che non amavano andare alle feste, perciò è importante imparare ad ascoltare e soprattutto a rispettare i bisogni e i tempi dei/delle piccoli/e.

Cosa può provare un bambino, una bambina che arriva ad una festa?
Può succedere che per carattere e comportamento si integri subito e diventi parte attiva del momento gioioso. Ma può succedere anche che si spaventi, che abbia paura perchè non comprende i comportamenti, i rumori, le azioni.
Il/La bambino/a molto spesso non ha ancora gli strumenti per capire cosa gli/le fa venire la voglia di piangere o scappare, sente che quel luogo, quelle persone, quei rumori non lo/a rendono sereno/a ma non dà loro un nome e preferisce ritirarsi nascondendosi dietro ai genitori o piangere.

Pensiamo ora ad una festa dove è necessario travestirsi come ad Halloween, a Carnevale… quanta emozione per il vestito da indossare!
Se il vestito lo sceglie il/la bambino/a siamo tranquilli, ma a volte succede che non abbia voglia di vestirsi e che i genitori facciano di tutto per convincerlo.

È corretto? Non proprio!
Pensate a come vi sentireste se al mattino per andare al lavoro non poteste scegliere cosa indossare ma ci fosse qualcun altro che vi dicesse come dovete vestirvi e magari gli abiti in questione non rispondono per nulla a ciò che a voi piace. Come vi sentireste?
Ma può succedere anche che il/la bambino/a abbia scelto volontariamente di travestirsi ma non ami farlo con persone differenti da quelle con cui reputa di essere al sicuro: la sua famiglia. Non costringiamo dunque a fare ciò per cui non si è ancora pronti o che non procura piacere.

Cosa insegna ad un/a bambino/a la festa?
Può insegnare molte cose, ma se si approccia ad essa nel modo corretto.
Insegna soprattutto a sviluppare gli aspetti sociali, lo stare insieme con scopi comuni: divertimento, condivisione, incontro, gioco, leggerezza.
Ma tutto ciò prima che dalle azioni passa attraverso le emozioni. Se io genitore mi innervosisco perchè mio figlio fa i “capricci” la festa assume un significato negativo, ogni volta che si parlerà di festa al bambino arriverà l’ansia, il nervosismo del genitore.
Se al contrario io genitore riesco ad entrare in empatia con le emozioni di mio/a figlio/a, accolgo le sue possibili paure, rispetto i suoi tempi, lo/a accompagno ad affrontare le situazioni nuove allora è molto probabile che il/la bambino/a si senta capito/a, rispettato/a e si affidi a noi con maggior serenità. Magari ha solo bisogno di un po’ di tempo, di osservare cosa succede prima di integrarsi nella festa.
Quindi diventa molto importante creare dei riti, creare l’effetto sorpresa se al/la nostro/a bambino/a piacciono le sorprese o raccontare cosa succederà alla festa se le sorprese lo/a spaventano. Allenare il/la bambino/a ad azioni che si ripetono ogni volta che c’è una festa, dà sicurezza, lo/a fa sentire al sicuro in quanto è preparato/a.
Può risultare utile, prima di partecipare ad una festa in un luogo nuovo, preparare una festa a casa. Preparare assieme a lui/lei gli addobbi, le musiche, il cibo. Decidere chi invitare e preparare un invito, tutto questo serve al/la bambino/a per capire quali sono gli ingredienti di una festa.

La festa è finita, ti sei divertito/a?
Se la sua risposta è negativa, non dobbiamo arrabbiarci, è importante cercare di comprenderne il motivo e condividere l’emozione provata. Cerchiamo di far elaborare il vissuto sia esso positivo o negativo. Ricordiamoci che la maggior parte delle volte vale di più la cura che diamo alle azioni piuttosto che le azioni stesse.
Una volta compresa la motivazione che non ha reso la celebrazione gioiosa cerchiamo di capire cosa si può fare affinchè la volta successiva venga affrontata diversamente, cerchiamo di fargli/le passare un messaggio di complicità e non di giudizio, facciamo sentire che siamo interessati al suo benessere e correggiamo il comportamento perchè possa diventare un’opportunità di crescita.
E ora siamo pronti a fare festa! Purchè la festa sia per tutti!

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