L’educazione cosmica è una presa di coscienza dell’ambiente in cui viviamo; questo lavoro è un processo lento che secondo Montessori inizia già nei primi anni di vita sul piano affettivo e sensoriale, in famiglia, ma anche nel Nido e nella Casa dei Bambini (ossia la scuola dell’infanzia montessori), per continuare poi in modo più approfondito e scientifico nella scuola primaria.
Per fare tutto questo risulta essenziale conoscere il mondo e studiare la vita che ne fa parte. Il pensiero che ne sta alla base riguarda il bisogno dei/delle bambini/e di avvicinarsi sempre di più all’ordine delle cose, alla spiegazione più razionale, così da capire realmente i meccanismi che regolano l’equilibrio cosmico.
I/Le bambini/e che frequentano le scuole Montessori inizieranno ad avere a che fare con le materie scientifiche da molto presto, scegliendo il grado di approfondimento sulla base del proprio interesse. Potranno fare calcoli su grandi numeri, osservare e analizzare cartine geografiche, scritture e disegni ma anche indagare sul piano storico.
“L’educazione cosmica è volta a seminare nel bambino l’amore per la vita che può nascere solo dalla conoscenza e dalla propria personale esperienza nell’ambiente. É da lì che nasce l’amore. Si ama solo se si è stati amati e si ama quello che si conosce, che ci è familiare. Questo vale sia nei confronti della natura sia delle persone, dei popoli diversi dal nostro”.^
Il/La bambino/a è fatto/a per conoscere, per vivere a contatto con tutto, per sperimentare la vastità del mondo che lo/a circonda; in questo senso si può parlare di educazione cosmica come educazione alla grandezza, ed è proprio questa, secondo Montessori, la linfa che anima l’interesse del bambino. L’adulto ha l’importante compito di far gustare al/la bambino/a ogni singolo aspetto della vita, dell’umanità, del cosmo di cui fa parte; è qui che il/la fanciullo/a entra in contatto con il sentimento d’amore verso ciò che vive, verso ciò che gli è simile pur nella diversità.
L’approccio dev’essere chiaramente graduale e basato sugli argomenti o materie che più animano il bambino o la bambina che abbiamo di fronte. Ricordiamo sempre che il primo grande motore dell’apprendimento è proprio l’interesse ossia il desiderio di approfondire e conoscere.
Perché di giorno non vediamo la luna? Com’è nata la terra? Perché sono morti i dinosauri? In quale continente viviamo?
Per rispondere a queste domande in modo chiaro e, magari appassionandoci insieme ai/lle nostri/e bambini/e, abbiamo bisogno di proporre piccole/grandi esperienze.
L’approccio che il/la bambino/a ha verso il cosmo riguarda la storia, la biologia, la zoologia, la botanica e la geografia. Non si tratta di ascoltare parole, vedere filmati, sfogliare libri bensì sperimentare l’ambiente e ciò che lo regola nelle sue diverse forme.
L’educazione è un processo di apprendimento naturale, effettuato dai/dalle bambini/e attraverso esperienze concrete, non è mera acquisizione di conoscenze descritte a parole.
Il bambino o la bambina ha sempre più bisogno di sentirsi parte integrante del mondo e quale miglior modo per farlo se non conoscerlo sempre di più?
Il pianeta terra, i popoli, le culture, i paesi, le bandiere...e potremmo continuare questa lista di saperi!
Parlare di geografia ai/alle bambini/e già dall’età della scuola dell’infanzia significa in primo luogo parlare della conoscenza della terra e dei fenomeni fisici che la governano; la geografia è una materia che ci permette di conoscere, comprendere l’ambiente e avvicinare i/le fanciulli/e all’ambiente in cui vivono, che loro stessi/e possono vedere, toccare, vivere.
La geografia è strettamente legata ad altre aree dell’educazione cosmica, principalmente la storia: non si può parlare di una senza comprendere l’altra. Attraverso la storia si possono vedere tutti i cambiamenti, le trasformazioni che ha avuto e anche sofferto la terra, ogni volta che si parla della storia si contempla la geografia per capire dove è accaduto un determinato fatto. Questa parte è fondamentale per lo sviluppo dell’immaginazione del/la bambino/a: se alcune cose i/le bambini/e possono sperimentarle, altre sono viste attraverso rappresentazioni.
Alcuni esempi operativi di primi approcci alla geografia
La teoria è molto utile e risulta necessario conoscerla ma rimane comunque materiale dedito all’adulto interessato. Come possiamo fare per avvicinare concretamente i/le nostri/e bambini/e alle conoscenze geografiche e quindi fare in modo che si sentano parte di un insieme più grande fatto di relazioni, equilibri ed ecosistemi?
Chiaramente all’interno dei materiali proposti da Maria Montessori e dagli studiosi del metodo troviamo diverse proposte, ma non è sempre detto che serva necessariamente acquistare quelli che sono oggetti più scolastici e didattici; anche con poco in casa possiamo offrire esperienze scientifiche e accattivanti.
Il lavoro dei tre elementi
Un esempio pratico e semplice è l’esplorazione dei tre elementi: acqua, terra e aria.
Possiamo predisporre su un piano di lavoro, ma anche a terra, tre vasetti di vetro trasparente con un’etichetta identificativa dell’elemento presente all’interno; ad ogni elemento associamo un piccolo simbolo disegnato sotto la scritta, a parte possiamo stampare delle immagini che illustrino proprio gli elementi di cui stiamo parlando (una mongolfiera, un animale marino, una pianta, il deserto etc.). Dietro ogni cartellino ci sarà disegnato il simbolo dell’elemento corrispondente e questo permetterà al bambino o alla bambina di potersi correggere in totale autonomia. La prima volta che lavoriamo con questa proposta possiamo presentare i tre vasetti come rappresentativi di ciò che compone il pianeta terra:
“Il nostro pianeta terra è composto da terra e acqua e circondato da aria”
Mostriamo gli elementi nei vasi e poi iniziamo ad appaiare le illustrazioni stampate, creando tre colonne.
Possiamo proporre questo stesso lavoro anche con soggetti diversi come per esempio gli animali (di terra, acqua e aria) o i mezzi di trasporto.
Il gioco degli animali dei continenti
Lo possiamo trovare anche tra le proposte operative di Clementoni: un planisfero realizzato in stoffa o cartoncino dove ogni continente ha un proprio colore, diversi cartellini che illustrano animali di tutto il mondo da associare al continente di appartenenza.
Questo gioco, che in realtà è un vero e proprio lavoro, permette di osservare la forma dei continenti, visualizzarne la posizione sul planisfero (e di conseguenza i confini terrestri e oceanici) e ragionare sulle varie specie animali. Un’attività a cui possiamo associare letture e osservazioni su libri illustrati ma, perché no, l’appaiamento degli animali giocattolo che abbiamo in casa.
L’attività del vulcano
Che cos’è un vulcano? Perché esistono i vulcani? Come si sono formati?
Tantissimi bambini e bambine rimangono incuriositi/e e affascinati/e dai crateri terrestri, anche se non ne hanno uno vicino casa, magari li vedono alla tv o leggono della loro esistenza su un libro. È possibile, e anche molto semplice, riprodurre un piccolo vulcano casalingo approfondendo il tema delle rocce vulcaniche e della struttura che caratterizza questa formazione geologica.
Oltre a leggere informazioni su testi dedicati ai/alle bambini/e appassionati/e del tema possiamo procurare questo materiale: una bottiglia d’acqua vuota (da mezzo lt o più piccola), un vassoio rotondo in alluminio, del bicarbonato, dell’aceto bianco o di alcool e della tempera rossa.
Il procedimento è il seguente: modelliamo il vassoio in alluminio tenendo al centro la bottiglia; formiamo una sorta di “montagna” e, se il vassoio non fosse abbastanza ampio, possiamo aggiungere dell’alluminio in fogli così che la struttura risulti appoggiata al piano di lavoro.
Proporre questi momenti di gioco e scoperta non è solo un modo per accompagnare nostro figlio o figlia verso nuove conoscenze, ma anche e soprattutto l’occasione per passare con lui o lei un tempo sereno e di qualità.
“Ogni cosa fa parte dell’universo e ciascuna è collegata alle altre per formare una grande unità”.
M.Montessori