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Quanto manca?!

La percezione del tempo nei/nelle bambini/e

Pur essendo invisibile, il tempo è un concetto tanto astratto quanto fondamentale, presente in modo imprescindibile nella vita di ciascuno di noi, fin da bambini.

Se per noi adulti il tempo può rappresentare quasi una gabbia, quando - presi dalle mille cose da fare ed incastrare nei ritmi scanditi dai nostri orologi - ci lamentiamo che di tempo ne occorrerebbe di più, per i bambini invece lo scorrere del tempo è quasi irrilevante.

Innanzitutto, occorre precisare che essendo appunto un concetto del tutto astratto, nei primi anni di vita il/la bambino/a non ne può afferrare compiutamente il senso, semplicemente perché non ha ancora sviluppato tutte le competenze necessarie per farlo. Secondo Montessori, infatti, in una prima fase (che va da 0 a 6 anni circa) lo sviluppo cognitivo è caratterizzato dal pensiero concreto, in quanto il bambino o la bambina è capace di concepire nella propria mente solamente oggetti, situazioni, persone con cui entra realmente in contatto, attraverso i cinque sensi, mentre è solo nel secondo piano dello sviluppo (ovvero quello che va dai 6 ai 12 anni) che i/le bambini/e diventano capaci di generare pensieri astratti, e la mente inizia così a comprendere anche idee non tangibili attraverso i cinque sensi, come è appunto il concetto del tempo.

Quindi, per il bambino molto piccolo, il tempo, non potendosi “toccare con mano”, non esiste. Per il bambino o la bambina esiste solo il qui ed ora, ed ogni momento è unico ed irripetibile. Nei primi anni, infatti, tutto è nuovo, ogni esperienza appare eccezionale, ed anche quando una nuova competenza viene riprodotta dal bambino o dalla bambina più e più volte, nessuna preoccupazione per lo scorrere del tempo intacca mai la bellezza e l’unicità di ciò che avviene sotto i suoi occhi.

Il/La bambino/a vive dunque sempre immerso/a nel solo momento presente, ed è per questo che se noi adulti proviamo a forzare questa tendenza innata e fisiologica per piegarla alle necessità ed ai doveri a cui siamo chiamati nelle nostre vite, potremmo finire per imbatterci in momenti di crisi da dover gestire.

A chi non è capitato di dover far fronte a pianti o urla al mattino quando ci si prepara per uscire, magari perché abbiamo fretta di arrivare in orario a scuola e al lavoro, ed il bambino o la bambina si rifiuta di fare colazione o di vestirsi perché più interessato a giocare?

Ecco, questa è la classica situazione in cui il/la bambino/a fa il proprio lavoro: la sua mente vive in un contesto privo del concetto di temporalità, scadenze ed impegni, il suo fine prioritario è, come sempre, apprendere, e ciò dovrebbe avvenire nei modi e nei tempi dettati da quello che Montessori definisce "Maestro interiore”, ovvero se stesso.

Tuttavia, le logiche e i ritmi del mondo moderno, purtroppo, non sempre consentono a noi genitori di rispettare appieno il modus operandi dei/delle bambini/e, ed in certe circostanze siamo appunto costretti a scandire in un certo modo il loro tempo.

Ciò però non ci impedisce di cercare soluzioni tali da raggiungere un equilibrio in cui si dia spazio ai bisogni di organizzazione della vita quotidiana, nel rispetto dei tempi del bambino/a.

Ciò che può venire in nostro soccorso, aiutandoci a prevenire e/o fronteggiare possibili nervosismi e fastidi laddove i tempi dei/delle bambini/e non coincidono con quelli di noi adulti, è aiutare il/la bambino/a a comprendere gradualmente la scansione del tempo, attraverso i rituali quotidiani della vita pratica. In questo modo, possiamo correlare le esperienze tangibili, e dunque comprensibili anche dai/dalle bambini/e più piccoli/e, alle fasi del tempo giornaliero in cui il/la bambino/a è immerso/a. Raccontando la quotidianità, possiamo aiutare il/la bambino/a a percepire lo scorrere del tempo e l’organizzazione della giornata, perché ricolleghiamo appunto questi concetti astratti alla concretezza e tangibilità delle cose.

Ad esempio, potremo dire che “si potrà giocare, non appena finiremo di mangiare”, o che “si potrà andare al parco giochi dopo il riposino”. In questo modo, il/la bambino/a avrà a disposizione dei limiti chiari che sorreggono la comprensione dello svolgersi delle attività nel tempo. Tempo che per il/la bambino/a, in età prescolare, rimane sempre coniugato solo al presente, ma che può in questo modo pian piano iniziare a scomporsi in un prima e un dopo.

Inoltre, far presente al/alla bambino/a che ci sono alcune situazioni di vita quotidiana che si ripetono in modo costante, crea nella sua mente la percezione di abitudini e routine, e ciò è rassicurante, oltre che utile per la comprensione della dimensione temporale dell’organizzazione familiare.

Anche il tempo della festa ha un significato rituale, ma assume la veste di momento eccezionale, in quanto diverso rispetto al tempo della quotidianità.

I/Le bambini/e imparano progressivamente anche attraverso i riti della festa che il tempo ha caratteristiche diverse a seconda di come lo viviamo, per cui arriva presto, generalmente già a partire dai 3-4 anni il momento in cui il/la bambino/a attende con ansia il giorno del proprio compleanno, e chiede continuamente a noi genitori quanto manca alla sua festa. Analogamente, il tempo ciclico viene scandito dalle feste tradizionali e/o religiose, quali Natale, Capodanno, Pasqua, Carnevale ecc.

Il/La bambino/a sotto i sei anni non ha ancora gli strumenti per afferrare compiutamente il concetto di ciclicità del tempo, ma può iniziare tuttavia a rendersi conto con piacere che quelli della festa sono momenti che si ripetono, e ciò anche grazie all’atmosfera di gioia che circonda queste ricorrenze.

 

Quali attività predisporre per facilitare la comprensione del tempo?

Introdurre il concetto di tempo proponendo attività ludiche, anche condivise con il genitore, può essere un buon modo per familiarizzare progressivamente con esso.

  • Carte della routine giornaliera: disegneremo su dei fogli le singole attività routinarie della giornata, ad esempio fare colazione, lavarsi viso e denti, vestirsi, uscire per andare a scuola, pranzo, riposino, merenda, ecc. I disegni potranno essere preparati dal genitore se il/la bambino/a è ancora molto piccolo/a, oppure potremo divertirci a creare le carte insieme a lui/lei a partire dai 3-4 anni.
  • Il cerchio del tempo: la ciclicità del tempo può essere mostrata visivamente disegnando e ritagliando un cerchio su un cartoncino, che verrà poi diviso in “spicchi” colorati ciascuno di un colore diverso. Su ogni spicchio andremo ad indicare la porzione di giornata che questo rappresenta: ad esempio il cerchio potrà essere suddiviso in cinque parti per indicare mattina, mezzogiorno, pomeriggio, sera e notte. Il cerchio potrà essere utilizzato da solo per indicare al/la bambino/a in che momento della giornata ci troviamo a seconda dell’attività che stiamo facendo, oppure lo si potrà arricchire disegnando e ritagliando su dei fogli a parte le varie attività della giornata, che il/la bambino/a potrà successivamente inserire all’interno della “porzione” corrispondente.
  • La clessidra: è un ottimo strumento per mostrare ai/alle bambini/e la concretezza del tempo dell’attesa. La si può utilizzare per agevolare la comprensione della scansione delle attività e della loro durata, ad esempio nel momento in cui si lavano i denti, o come timer per l’avvio o il completamento di una determinata attività (es. potremo dire “giocheremo per tre clessidre e poi andremo a cena”).
  • Il tempo ciclico della natura: mostrare concretamente al/la bambino/a il tempo che passa è tanto più semplice quanto più ci immergiamo nella natura. Una passeggiata nel bosco potrà ad esempio essere l’occasione per mostrare come cambia, a seconda della stagione, l’aspetto degli alberi, delle foglie e del terreno. Oppure, semplicemente affacciandoci alla finestra di casa nostra in momenti diversi della giornata, potremo mostrare la luce mattutina del sole che si avvicenda al buio della sera e della notte.

Come sempre, noi adulti siamo guide e punti di riferimento per i/le nostri/e bambini/e nel loro lungo viaggio alla scoperta del mondo che li/le circonda.

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