Se immaginassimo di dare in mano ad ogni genitore un diario e chiedessimo di scrivere i momenti più significativi della sua vita, ogni mamma e ogni papà individuerebbe quasi sicuramente fra altri due periodi precisi: il primo è quello della scoperta della gravidanza e successivamente il tempo dopo la nascita del/lla bambino/a. Benché questi due momenti siano separati dal parto essi in realtà sono molto più in collegamento di quanto si creda. Ciò che si sperimenta durante la gestazione, gli eventi e le emozioni sia materne che paterne hanno un notevole influsso su come si vivrà l’avventura di una nuova vita a tre. La mamma “sente” il/la proprio/a bambino/a in modo diverso da come lo/la percepisce il papà, bisogna sottolineare però che i pensieri e le sensazioni di entrambi i genitori sono fondamentali per preparare la casa per il/la nascituro/a, non solo casa di mattoni arredata ad hoc per le esigenze del/la piccolo/a, sono necessari anche mattoni di emozioni, di parole e di accoglienza per far sì che il periodo del post partum trascorra in modo fluido e in ben-essere per tutti, grandi e piccini/e.
E ora che è nato/a che si fa?
L’esperienza della nascita è l’avventura più incredibile che ognuno di noi ha vissuto in prima persona, non ne abbiamo ovviamente un ricordo consapevole, ma se ci fosse una tecnica per poter accedere a quelle prime “sensazioni” sicuramente rimarremmo sbalorditi da tutto ciò che abbiamo visto, sentito e percepito per la prima volta. Siamo stati per nove mesi cullati dal movimento del bacino materno, immersi in un liquido che ci forniva cibo a piacimento e con una temperatura sempre ottimale. Abbiamo anche imparato a riconoscere i suoni che venivano diretti dal corpo della nostra mamma e quelli che invece giungevano da fuori, come la voce del papà o di altri/e, abbiamo anche acquisito due abilità incredibili: sappiamo riconoscere l’odore e il battito cardiaco materno. Queste sono capacità fondamentali che permettono di stabilire un filo sicuro che collegherà ciò che avviene prima e dopo il parto. Per questo occorre mantenere intatto questo legame: dopo la nascita il/la bimbo/a ha bisogno di recuperare un ambiente “familiare”, ha necessità di ritrovare qualcosa che riconosca nel nuovo mondo in cui si è inserito/a e nulla è più rassicurante dello stare appoggiato al petto della propria mamma, pelle contro pelle, in modo tale da percepire non solo il ritmo battente del suo cuore, ma anche l’odore che deriva dal suo contatto.
Questa si chiama “marsupioterapia”, viene applicata subito dopo la nascita in ospedale, ma è bene poterla ripetere a casa per i primi mesi. Molte mamme riferiscono che in questa posizione i/le bimbi/e spesso si calmano se magari sono un po’ agitati e non di rado si addormentano. In realtà, per dirla tutta, non fa bene solo al/la piccolo/a, ma anche alla mamma: nel contatto infatti viene scatenata una “valanga” di ossitocina, ormone formidabile secreto dalle ghiandole del sistema cerebrale, che ha tantissimi effetti benefici su tutto l’organismo, favorendo quindi una sensazione di piacevolezza e di benessere e non in ultimo anche la fuoriuscita del latte materno.
La fatica dei primi mesi
Accogliere una nuova vita è sicuramente qualcosa di meraviglioso, ma nella nostra società si tende a far emergere solo gli aspetti relativi alla magnificenza dell’evento: nei social, nelle pubblicità, nei discorsi tutto è rivestito di bellezza, di gioia e di tranquillità. Sicuramente ciò è vero, ma bisogna inserire nel pacchetto anche la fatica dei primi mesi, un/a bambino/a infatti stravolge inevitabilmente il ritmo delle attività quotidiane, lavorative e familiari preesistenti, in particolare per la mamma che nei primi mesi deve garantire anche l’allattamento, momento topico e bello, quanto a volte complesso e/o difficile da gestire. I papà e le mamme nei primi mesi devono imparare a conoscere come comunica il/la proprio/a bambino/a: il pianto è parte del suo linguaggio per cui occorre capire se è un pianto di fame, di sonno, di richiesta di vicinanza o di segnalazione di qualche fastidio e saper quindi soddisfare in modo adeguato le sue richieste.
Tutti i genitori diventano gradualmente esperti nel cogliere i vari segnali che provengono dai/lle loro figli/e, ma questo include tempo, pazienza, tolleranza e qualche volta anche degli aggiustamenti in corso d’opera. La fatica di cui si parla sopra non è solo fisica, ma anche emotiva quindi, poiché i genitori, soprattutto quelli che hanno il/la primo/a figlio/a spesso vorrebbero una sorta di “manuale del perfetto genitore” per sapere come e cosa fare in tutte le occasioni, per fortuna tale libro non esiste poiché ogni famiglia e a sé ed ogni genitore poi trova le risorse migliori per comunicare in maniera efficace con il/la proprio/a bambino/a.
Spunti di riflessione per i neo-genitori per gestire i primi mesi di vita del/la bambino/a
- Vivere bene la gravidanza, parlando di ciò che si prova, scambiando pensieri e parole con l’altro genitore sicuramente prepara la costruzione di “mattoni di emozioni” capaci di sostenere la nuova casa che servirà per accogliere il/la nuovo/a arrivato/a.
- La marsupioterapia è un ottimo modo per aiutare il/la neonato/a ad adattarsi al nuovo ambiente familiare e aiuta i genitori a stabilire un contatto piacevole e significativo con lui/lei.
- Nei primi mesi si può avvertire la fatica del gestire il/la nuovo/a arrivato/a, chiedere aiuto ai familiari o a chi ci è vicino non indica che si è genitori inadeguati, ma al contrario genitori consapevoli.
- Non spaventatevi dei primi pianti del/lla vostro/a piccolo/a, vi sta dicendo qualcosa e oltre alle esigenze fisiologiche primarie, nella maggior parte dei casi è il bisogno di sentirsi protetti con un vostro abbraccio.
- Dopo il parto e il ritorno a casa c’è bisogno di un periodo per recuperare energie, poi sono necessari tempi e spazi per riorganizzare la vita familiare, per cui se voi genitori ne sentite la necessità potete concedervi un po’ di intimità senza troppe incursioni esterne. La fretta di riprendere i ritmi di un tempo generalmente non è mai una buona alleata.
- Fidatevi di ciò che “sentite” giusto per i/le vostri/e figli/e: a volte i consigli degli altri non vanno bene non perché siano sbagliati in sé, ma perché tarati su situazioni e persone che vivono condizioni di vita e momenti diversi dai vostri.
I primi mesi sono sicuramente impegnativi per mamme e papà, a volte potrete sbagliare in alcune situazioni, ma ricordatevi che siete umani e che adattarsi alla nuova vita da genitore può essere complesso per cui abbiate molta tolleranza nei vostri confronti, infatti come affermava un noto psicologo e pediatra del secolo scorso, non è necessario essere genitori perfetti, ma “sufficientemente buoni” (Donald Winnicott).