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La musica che abbiamo dentro

Suonare le note giuste per il benessere dei nostri bambini

 La musica è stata definita dal pianista e direttore di orchestra Ezio Bosso come “una vera magia, “non a caso i direttori hanno la bacchetta come i maghi” e i bambini adorano tutto ciò che è magia: quando ascoltano un ritornello o una filastrocca che cattura la loro curiosità socchiudono la bocca e immediatamente dirigono i loro occhi attenti alla fonte sonora, subito infatti emerge la sorpresa, una delle emozioni primarie la quale innesca prontamente il senso dell’ascolto e dell’attenzione.

La musica durate la gravidanza

L’insieme delle note, il ritmo, la voce, ogni strumento musicale rappresentano un mondo nel quale i bimbi si immergono completamente, senza nessun tipo di resistenza.
Per loro è estremamente semplice, sono naturalmente portati alla musicalità e al ritmo: nella pancia della mamma ascoltavano il tamburo battente del ritmo cardiaco materno, la voce del papà poi, con le sue note basse, arriva ben chiara e supera la placenta, ogni strumento musicale crea inoltre, fin dai primi mesi di gestazione, uno stimolo preziosissimo sia per le piacevoli sensazioni materne che per il bimbo o la bimba in pancia.
La natura non fa mai nulla a caso e se ha predisposto una familiarità così innata per la musica, evidentemente c’è un vantaggio fisiologico diretto per lo sviluppo dell’organismo umano: recenti ricerche nel campo delle neuroscienze, infatti, hanno dimostrato che la musica favorisce fin dai primi mesi e anni di vita diverse competenze: l’attenzione, l’ascolto, la concentrazione, la memoria e persino il linguaggio (del quale ne è, in qualche modo, un’anticipazione).

 

Perché la musica dona benessere ai bambini?
Ciò che la musica compie non si collega solo allo sviluppo cerebrale, ma ha anche un forte legame con il BEN-ESSERE: noi adulti lo sappiamo, quando ascoltiamo un brano musicale che ci piace avvertiamo una bella sensazione; alcuni affermano che quella melodia calma, altri avvertono una carica ad agire, altri ancora dicono che la musica arriva direttamente “in pancia”, è un qualcosa quindi che prende intimamente e fa stare semplicemente bene.
In realtà, ancora una volta, le neuroscienze hanno dimostrato come questo sia spiegabile da un punto di vista fisiologico: Kerstin Uvnäs Moberg, un’autorevole fisiologa ricercatrice svedese, studia da decenni l’ossitocina, ormone e neurotrasmettitore presente nel corpo umano, che ha effetti benefici sul nostro organismo. Lei sostiene che alcune attività, tra le quali la musica, attivino la produzione dell’ossitocina, la quale, a sua volta stimola il “sistema di calma e connessione”, cioè una complessa rete neuronale e ormonale che ci permette di avvertire la sensazione di BEN-ESSERE. Tale sistema è presente fin da piccoli, per cui proporre stimoli musicali, dal secondo trimestre di gravidanza in poi, non influisce “solo” sullo sviluppo cerebrale, ma permette di regalare benessere, aspetto di notevole rilievo nella crescita armonica dell’individuo.


Quando far ascoltare la musica al/la bambino/a? Che genere musicale scegliere?
Tra le otto e le ventiquattro settimane di gestazione il feto sviluppa il senso dell’udito, all’inizio avverte i suoni che arrivano come leggere vibrazioni sulla sua pelle e poi, con la maturazione dell’apparato uditivo, li recepisce come più distinti.
Fin dal quarto mese quindi potete far ascoltare al vostro bimbo o bimba in pancia musica classica (Bach, Chopin, Debussy, Brahms, Vivaldi, Mozart) poiché hanno melodie armoniose che possono avere effetti rilassanti. Potete anche provare già un piccolo gioco da fare insieme!
Mentre siete a casa o in macchina ascoltate una melodia, una canzone che vi piace particolarmente e che abbia un ritmo e delle tonalità gradevoli, il/la vostro/a cucciolo/a in pancia “imparerà” a riconoscerla e quando nascerà la ritroverà “nei suoi ricordi” e gli/le permetterà di accedere ad una sensazione di familiarità e di protezione.
Alcune mamme hanno addirittura sperimentato che quella canzone che ascoltavano in gravidanza riusciva a cullare il/la proprio/a neonato/a o a calmarlo/a quando era agitato/a!
La musica classica permette uno stato di rilassamento, ma se la mamma prova piacere nell’ascolto di altri generi musicali (pop, rock, indie, jazz, folk, dance, ska, reggae…) va bene lo stesso, lo stato di benessere percepito dalla mamma infatti si trasmette al feto favorendo una gestazione “armoniosa”.
Un “genere musicale” però batte tutti gli altri: il canto materno.
Non occorre possedere chissà quali doti canore, basta semplicemente improvvisare, intonare uno stornello, inventarsi (perché no?) una ninna nanna ed il gioco è fatto!
La voce della mamma non viene solo ascoltata da dentro il pancione, ma viene anche trasmessa dal corpo materno alla pelle dei bambini immersi nel liquido amniotico, generando così per loro un massaggio veramente piacevole.

La musica è inoltre un potente mezzo di comunicazione, non a caso, spesso, infatti, voi genitori naturalmente improvvisate filastrocche e canzoncine che accompagnano particolari momenti della quotidianità dei piccoli venuti al mondo (il cambio, l’addormentamento, il gioco) e questo crea un piacere condiviso di estrema importanza, i vostri bambini e le vostre bambine rimangono affascinati da ciò che ascoltano (o ripetono cantando!) e nello stesso tempo voi genitori vi specchiate nelle emozioni che loro vi trasmettono dal volto.

 

Come “dialogare” con il/la bambino/a attraverso la musica?
La musica è un vero e proprio linguaggio universale, stimolare fin dalla nascita i bambini al suo ascolto permette di rinforzare una predisposizione naturale dell’uomo, niente di più semplice quindi: papà e mamma potete cantare insieme ai vostri bimbi, enfatizzando le parole di una filastrocca con ampi sorrisi e variando la mimica del volto in base alle parole del testo, potete far ascoltare loro le note che derivano magari da uno strumento musicale che avete a casa (la musica dal vivo riscuote fascino fin dalla primissima età!), potete immergervi nella natura e far assaporare i suoni dello scorrere dell’acqua e del verso degli uccelli.
Con la musica potete aiutare i vostri bambini a “dialogare con voi”: i piccoli hanno bisogno di sentire che il papà o la mamma sono lì vicino e pronti ad entrare in contatto con loro, la musica rappresenta un alfabeto composto da note musicali per il quale essi nutrono un’innata predisposizione, a voi genitori dunque rimane la creatività ed il divertimento di creare dei momenti di condivisione musicale che possano portare ad un benessere condiviso e al rafforzamento della relazione tra voi ed il/la vostro/a bambino/a.

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