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Aspetta sto pensando!

L’importanza per i bambini del tempo per riflettere

Suona la sveglia… inizia una nuova giornata! Una delle prime frasi che un bambino sente pronunciare da mamma e papà molto spesso è: dai che è tardi!!


Il tempo condiziona le giornate di tutte le persone ma molto spesso gli adulti dimenticano che i loro tempi sono diversi da quelli dei/delle loro bambini/e.


Il tempo è una variabile di estrema importanza, esso scandisce le esperienze e la vita sotto tutti i punti di vista. Determina la qualità del vissuto e il benessere di ogni bambina e bambino.


Ma allora se il tempo è così importante perché molto spesso non gli diamo il valore che merita?


A volte i/le bambini/e in risposta all’ennesimo richiamo di mamma e papà perché sono lenti, perché si incantano, perché non hanno ancora adempiuto a ciò che gli è stato richiesto rispondono un po' seccati: aspetta…sto pensando!!! Una frase a dir poco meravigliosa, che racchiude mille significati e mille messaggi ma soprattutto una frase che serve per dire all’adulto: “ho bisogno di tempo”. Tempo per capire, tempo per stabilizzare l’azione, tempo per ascoltare, tempo per me.

Dai andiamo che è tardi! Che impatto può avere questa frase?
Quando a volte i genitori raccontano con una nota di tensione le lentezze dei piccoli nello svolgere anche semplici azioni, subito la mente va ad “Alice nel paese delle meraviglie”, le fantastiche avventure di Alice, del Cappellaio Matto e di Bianconiglio, il favoloso coniglio bianco che porta al collo un grande orologio perché ossessionato dal tempo che ripete centinaia di volte la frase: È tardi! È tardi!!!


Vi siete mai chiesti per il/la bambino/a che cosa voglia dire questa frase? È tardi! Per cosa è tardi? Come se quello che sta facendo il bambino, la bambina in quel preciso momento non fosse importante.


Un/a bambino/a mentre compie un’azione deve prendere consapevolezza delle piccole fasi, degli esiti procurati da un’azione. Deve avere il tempo di pensare, di ragionare, di stupirsi e di raccogliere gli effetti di ciò che sta facendo. Pensiamo che quella che per un adulto è una semplice azione per il/la bambino/a può essere un’azione nuova, complessa che richiede la messa in atto di nuove strategie cognitive, motorie, emotive… e allora come possiamo definirla “semplice”?


La risposta del/la bambino/a “sto pensando” significa prima di tutto: ho bisogno ancora di tempo!


Quello che un adulto può fare per accompagnare il/la bambino/a a diventare più veloce è prevedere e spiegare le varie fasi che compongono le routine e le attività quotidiane. Accompagnare alla scoperta del tempo significa ascoltare e rispettare i bisogni del/la bambino/a facilitandolo/a a comprendere che c’è un tempo per ogni cosa. Per aiutare il/la bambino/a è importante quindi scandirei tempi, elencando le diverse cose da fare prima dello svolgimento delle stesse.

Il tempo è prezioso. Che significato diamo a questa frase?
È fondamentale valorizzare il tempo libero senza preoccuparsi di occuparlo, di riempirlo, ma dando spazio anche al tempo “vuoto”, ad esempio lasciare il tempo per guardare il soffitto e per pensare. Molto spesso gli adulti sentono il bisogno di riempire tutti i tempi dei/delle bambini/e, al contrario è importante che gli/le stessi/e abbiano anche il tempo per annoiarsi, per pensare a cosa fare e a cosa hanno appena fatto. In questo modo aiutiamo il/la bambino/a a percepire se stesso/a e il mondo intorno a sé, lo/la aiutiamo ad elaborare e consolidare gli apprendimenti, lo/la aiutiamo a percepire cosa c’è, cosa manca e cosa vorrebbe. I tempi non “riempiti” aiutano i bambini e le bambine a scoprire la bellezza dello stupore, della meraviglia e dell’inventiva. Se li/le incalziamo continuamente con attività, giochi, laboratori ecc. tutto rischia di perdere valore. Diamo ai/alle bambini/e il tempo di elaborare e di raccontare. I racconti richiedono molto tempo e l’adulto deve imparare ad ascoltare, a rispettare i tempi del/la bambino/a.


Può succedere alcune volte che un’immagine o una parola evochi idee, curiosità e che il/la bambino/a si possa fermare a pensare e poi ritornare a raccontare. In questa occasione l’adulto può aiutare a capire qual è il bisogno di quel preciso momento, non facendo domande per sapere, ma facendo domande che aiutino il/la bambino/a stesso/a a riflettere, a riconoscersi nella frase detta dalla mamma o dal papà.


Riprendendo le parole del celebre Jean-Jacques Rousseau “La più grande, la più importante, la più utile regola di tutta l’educazione? È non di guadagnare tempo, ma di perderne.”


In una società che corre garantiamo ai/alle bambini/e il tempo per l’imprevisto, per il dialogo, per l’inaspettato, per la sorpresa!

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