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Facciamo finta di...

Il valore del gioco simbolico

Il gioco è elemento fondamentale della vita di ogni bambino e ogni bambina. Il gioco è necessario, è un bisogno primario da soddisfare per il sano sviluppo fisico e psichico, è lo strumento per eccellenza attraverso il quale il bambino o la bambina costruisce il significato del mondo ed impara a relazionarsi con gli altri.

L’importanza del gioco viene sottolineata da più parti, a livello mondiale. Ad esempio, L’ONU lo riconosce quale diritto fondamentale del/la bambino/a.

Di fatto, è attraverso il gioco che il bambino o la bambina acquisisce ed allena ogni sua capacità: lo sviluppo motorio, sensoriale, linguistico, cognitivo, emotivo e sociale, tutto passa attraverso il gioco e viene filtrato da esso.

Il gioco infatti stimola la memoria, il linguaggio, l’attenzione e la concentrazione; nel gioco il bambino o la bambina sperimenta progressivamente la percezione di sé, degli altri e del mondo circostante, sviluppando continuamente idee e abilità, in un potenziamento incessante che attraversa moltissime fasi.

Per questo, con il trascorrere del tempo, dall’osservazione attenta dei nostri bambini e bambine, possiamo renderci conto di come cambino e si evolvano le forme e le modalità di gioco, e di quanto queste diventino via via sempre più articolate, sviluppandosi di pari passo con le loro potenzialità.

Chi di noi genitori non ha mai sorseggiato un caffè immaginario gentilmente offerto dalle manine del nostro bambino o della nostra bambina? Chi non ha mai osservato divertito il proprio figlio o la propria figlia allestire un rifugio segreto utilizzando scatole di cartone, cuscini e coperte racimolati in casa?

Quando parliamo di gioco simbolico ci riferiamo ad una attività ludica creativa, in cui il bambino o la bambina utilizza o fa qualcosa per rappresentare qualcos’altro. È, volendo sintetizzare, il gioco del “facciamo finta che…”, strumento principe attraverso il quale i bambini e le bambine adoperano oggetti, azioni, identità e situazioni come simboli di qualcosa che non è presente, ma che è possibile immaginare evocandoli attraverso la propria mente. 

Mediante questa modalità di gioco, i/le fanciulli/e riproducono i gesti e le situazioni vissute nel quotidiano, o altre mai vissute ma di cui hanno sentito parlare da noi adulti. Per cui potremo osservare bambini e bambine che giocano “al supermercato”, ma anche, in una fase successiva, “all’astronauta che con il proprio razzo raggiunge un pianeta lontano”.

Il gioco simbolico è per eccellenza il regno dell’immaginazione, dove tutto è possibile e tutto può essere messo in scena, grazie alle incredibili capacità di connessione della mente dei/delle bambini/e. 

È l’opportunità di fare un’esperienza creativa, simbolica, motoria e sensoriale.

Il bambino o la bambina che attua questa modalità di gioco realizza un vero e proprio processo di trasformazione della realtà secondo il proprio io e i propri bisogni, allenando in tal modo le proprie abilità psichiche, motorie e sociali.

Inoltre, il bambino o la bambina ha la possibilità, attraverso il gioco simbolico, di rivivere situazioni significative che magari non è ancora in grado di gestire emotivamente, rielaborandole in un contesto ludico e protetto, in cui può liberamente esprimere i propri sentimenti e le proprie emozioni. Ad esempio, la paura suscitata da una particolare scena vista in un cartone animato potrà essere esorcizzata facendo parlare dei pupazzi, la tensione derivante da un litigio con un altro bambino o bambina potrà allentarsi riproducendo la situazione nel gioco della scuola, il disagio derivante dal dover prendere una medicina dal sapore sgradevole potrà essere gestito dando uno sciroppo immaginario alla bambola e rassicurandola sul fatto che è necessario per guarire. 

Il gioco simbolico si evolve e si modifica man mano che il bambino o la bambina cresce. Generalmente appare tra i 18 e i 24 mesi, fase in cui si avvia lo sviluppo di una particolare caratteristica: la capacità rappresentativa della mente, ovvero la capacità di ricreare nella propria mente cose, persone o situazioni, indipendentemente dalla loro reale presenza.

Ciò avviene inizialmente mediante l’imitazione dei comportamenti degli adulti di riferimento: ad esempio, si potrà osservare il bambino o la bambina afferrare una tazzina vuota e far finta di dare da bere ad una bambola, chiudere gli occhi un istante mettendo in scena un pisolino per poi svegliarsi ridendo o facendo cucù. 

Successivamente, la capacità di riprodurre e ricreare si affina e l’azione non nasce più solo dagli oggetti ma dalle idee; gli strumenti del gioco iniziano ad essere utilizzati non soltanto per la loro funzione reale ma vengono “trasformati” in ciò che serve per poter realizzare il gioco immaginato: una seggiolina diventa una macchina da guidare, una cannuccia diventa una bacchetta magica, un bastone diventa un cavallo.

Nel gioco simbolico, la fantasia del bambino o della bambina non ha più confini, e le situazioni riprodotte saranno di ausilio nell’apprendere concetti e valori fondamentali quali l’empatia, la condivisione, l’autoconsapevolezza, lo spirito di gruppo, il rispetto dell’opinione altrui e la comprensione di punti di vista diversi dal proprio.

 

Cosa possiamo fare, noi genitori, per stimolare nei nostri bambini e nelle nostre bambine la capacità di elaborazione propria del gioco simbolico?

Il compito degli adulti di riferimento è innanzitutto quello di fornire un contesto ambientale adeguato e stimolante, affinché il bambino o la bambina possa esprimersi, tra le varie modalità ludiche, anche mediante il gioco simbolico.

Potremo quindi inizialmente proporre al bambino o alla bambina oggetti della vita quotidiana, che saranno adoperati seguendo l’uso convenzionale nella prima fase “imitatoria” del gioco, mentre successivamente potranno essere sperimentati seguendo il “pensiero divergente” del bambino o della bambina.

Importante sarà anche ritagliare dei momenti per condividere con i/le nostri/e figli/e  questo tipo di gioco, entrando concretamente nella sfera ludica e prendendovi parte. Spesso, infatti, può accadere che il bambino o la bambina chieda a noi genitori di partecipare al gioco, assegnandoci un ruolo specifico al suo interno.

Peraltro, condividere questa modalità ludica può costituire per noi genitori un’ottima occasione di osservazione, perché, come abbiamo visto, attraverso la finzione il bambino o la bambina racconta se stesso/a e il mondo dei grandi che lo/a circonda. 

Di seguito ecco una serie di attività rientranti nel contesto del gioco simbolico, in un elenco non esaustivo, in quanto l’inesauribile immaginazione di ogni bambino o bambina è continuamente motore per nuovi spunti ed opportunità di gioco.  

  • Il ristorante. Potremmo mettere a disposizione del bambino o della bambina utensili o piccole pentole che non utilizziamo, cibi di legno o di stoffa, piccoli piatti e posate. Le cucine giocattolo sono molto belle e completano bene la scenografia di gioco, ma in mancanza se ne potrebbe ricreare una utilizzando la fantasia e qualche scatola di cartone.
  • Genitori e figli. Accudire i bambolotti, cullarli, dargli da mangiare, portarli a spasso con un passeggino giocattolo o con una fascia improvvisata grazie ad una maglietta che non usiamo più, sono tutte attività molto amate dai bambini e dalle bambine, perché in tal modo vengono riprodotti i gesti di affetto e cura che loro stessi ricevono o hanno ricevuto.
  • La scuola. Basta mettere a disposizione dei fogli, una vecchia rivista, matite e colori. E se c’è anche una lavagna, ci si potrà calare ancora meglio nei rispettivi ruoli.
  • Le pulizie di casa. Per favorire questa attività di gioco simbolico (una delle predilette da bambini e bambine in special modo generalmente fino ai 6-7 anni) potremmo fornire un piumino per spolverare, uno spruzzino riempito di acqua e un po' di aceto, degli strofinacci.
  • Il supermercato. Per ricreare un piccolo negozio in cameretta potremmo servirci di frutta verdura ed altri cibi finti, o stampare delle carte tematiche con impresse le varie tipologie di articoli da mettere in vendita. Potremmo aggiungere dei cestini o delle sportine, o ancora un carrellino della spesa giocattolo, un registratore di cassa in legno.
  • Il dottore. Un gioco che tutti noi abbiamo fatto almeno una volta da bambini: potremmo fornire un set completo degli accessori necessari, oppure ricrearli e inventarli insieme ai nostri bambini e bambine con materiali di recupero.
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