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La prescolarizzazione

Un bene o un male per lo sviluppo dei/delle bambini/e?

Il mese di settembre, per tantissimi bambini e bambine, significa iniziare o riprendere un nuovo importante percorso di vita: quello della scuola dell’infanzia.

 Accade di frequente ai genitori, soprattutto alle prime armi, che si sentano spaesati e incerti sulla scuola da scegliere o che si pongano tante domande durante questi tre anni sulla scelta intrapresa.

Quale scuola sarà meglio scegliere? Avremo fatto la scelta giusta? Cosa dovrebbe offrire una scuola dell’infanzia per rispondere il più possibile ai bisogni educativi dei nostri figli e figlie?

Prima di tutto è importante capire che ogni bambino/a è unico/a, così come lo è ogni nucleo familiare con le sue esigenze e caratteristiche. Quindi ciò che può essere la scelta migliore per una famiglia, magari non lo sarà per un’altra. Ma sicuramente, c’è una cosa più delle altre che dovremmo tenere a mente e sulla quale anche Maria Montessori ha abbondantemente scritto: “Ci sono molti che ritengono, come me, che il periodo più importante della vita non sia l'età degli studi universitari, ma il primo, il periodo dalla nascita ai sei anni. Perché quello è il momento in cui si forma la stessa intelligenza dell'uomo, il suo più grande strumento. Ma non solo la sua intelligenza; la totalità dei suoi poteri psichici".

Sono anni davvero fondamentali questi e quindi è bene poter conoscere alcuni aspetti che ci possono guidare nella scelta di una buona scuola dell’infanzia.

Negli ultimi anni, si sente parlare sempre più spesso di prescolarizzazione e di come, soprattutto nell’ultimo periodo della scuola dell’infanzia, sia utile per i bambini e le bambine anticipare l’acquisizione di competenze specifiche ed esperienze educative di alfabetizzazione come: scrivere le prime lettere dell’alfabeto o i primi numeri o addirittura leggere, perché questo li preparerebbe ad affrontare meglio l’ingresso nella scuola primaria.

Ecco che facilmente è possibile osservare come, in alcune scuole dell’infanzia, molto tempo sia dedicato a riempire schede, uguali per tutti, di scrittura per lettere e numeri, figure prestampate da colorare dentro i margini, fogli di piccoli calcoli e flashcard di fonetica, anche da terminare a casa!

Siamo sicuri che questa anticipazione faccia bene al loro apprendimento e risponda al loro periodo di sviluppo? Cosa dice la ricerca?

Mitchel Resnick, Professore di Learning Research al MIT Media Lab di Boston, sostiene che tutti i percorsi scolastici dovrebbero essere più simili alla scuola dell’infanzia e non il contrario! Il mondo di adesso è soggetto a delle rapide evoluzioni e ognuno, già da piccolo, dovrebbe sviluppare la propria creatività “e il modo migliore per farlo è concentrarsi maggiormente sull'immaginazione, la creazione, il gioco, la condivisione e la riflessione, proprio come dovrebbero fare i bambini e le bambine nella scuola dell’infanzia”.

L'apprendimento spontaneo, attraverso il gioco e il reale interesse del bambino/a, è dimostrato sia essere quello più efficace e profondo, ma anche cosa ben diversa dall'anticipare l'insegnamento mirato di contenuti accademici. Infatti, diversi studi dimostrano che, gli unici risultati positivi di una eventuale anticipazione sono effimeri e di poca durata, portando oltretutto conseguenze negative come sentimenti di inadeguatezza, ansia e confusione nel/la bambino/a, che sente di ricevere dall'adulto una richiesta di performance.

Sicuramente, anche in una classica scuola dell’infanzia il gioco è ritenuto un'attività importante e di certo non mancherà, ma è molto probabile che sia intervallato da lezioni guidate dall'insegnante che scandisce il ritmo della giornata, un unico ritmo uguale per tutti.

 

Perché allora in una scuola dell’infanzia Montessori i/le bambini/e imparano a leggere e a scrivere, e anche a contare?

La prescolarizzazione, intesa come travaso di contenuti dall’adulto al/la bambino/a ed esercizio su schede didattiche, nelle scuole Montessori, è uno dei tanti falsi miti da sfatare, nonché la cosa più lontana che ci possa essere dall’idea di apprendimento diffusa da Maria Montessori.

Lei, infatti, attraverso l'osservazione e gli anni di lavoro con tanti bambini e bambine, aveva compreso che questi fossero come piccole spugne: capaci di assorbire un'incredibile quantità di conoscenza se solo gli viene data la possibilità di essere in ambiente rispondente ai loro bisogni di sviluppo. Ha scritto infatti: "Non ci può essere alcun dubbio sul fatto che un bambino assorbe un numero enorme di impressioni dal suo ambiente e che l'aiuto esterno dato a questo istinto naturale accende in lui un vivo entusiasmo. In questo modo l'educazione può essere un vero aiuto allo sviluppo naturale della mente".

Cosa intendeva, però, Maria Montessori per aiuto esterno è bene specificarlo. L’aiuto dell’insegnante, ad esempio, è sempre indiretto, a differenza di ciò che accade in una classica scuola dell’infanzia, e interviene solo quando è richiesto dal bambino o dalla bambina, perché questo permette loro di concentrarsi e auto-correggersi trovando da soli/e strategie ad eventuali problemi che si possano palesare nella loro attività. È l’insegnante, quindi, che segue il/la bambino/a che a sua volta, così, si sente libero/a di poter seguire i propri interessi nell’ambiente preparato saggiamente dall’adulto.

In questo ambiente, di età eterogene, dove i/le piccoli/e imparano dai grandi e i grandi insegnano ai/alle piccoli/e, il/la bambino/a troverà una vastità di materiali di sviluppo che Maria Montessori, nel corso della sua vita, ha progettato per massimizzare il desiderio di apprendimento dei bambini e delle bambine. Materiali che spaziano dalle attività di vita pratica, al raffinamento dei 5 sensi, passando per il linguaggio, fino al potenziamento dell’innata mente matematica di ognuno. Ma al centro c’è sempre il bambino e il suo ritmo di apprendimento, e nessun tipo di attività viene imposta dall’adulto. Questo non significa che ognuno fa ciò che vuole in totale anarchia, ma significa rispettare la volontà dei bambini e delle bambine riconoscendoli come esseri competenti e costruttori del loro sapere. Percependo il rispetto da parte dell’adulto, il/la bambino/a tenderà a comportarsi rispettosamente anche con i propri compagni/e e verso l’ambiente interiorizzando regole e auto-disciplina.

In un ambiente così progettato, con un adulto osservatore e un materiale che permette di apprendere attraverso la manipolazione, i bambini e le bambine sono in un luogo che permetterà loro anche di scrivere, contare e leggere, senza alcuna fatica o imposizione e soprattutto secondo le proprie inclinazioni e desideri.

Ma l'obiettivo principale delle classi Montessori è di certo portare i bambini a scoprire bellezza della concentrazione, la motivazione, l'autodisciplina e l'amore per l'apprendimento.

 

BIBLIOGRAFIA:

Maria Montessori, La scoperta del bambino, 1950

Maria Montessori, La mente assorbente, 1952

Mitchel Resnick, Come i bambini: IMMAGINA, CREA, GIOCA e CONDIVIDI, 2018

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