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Leggere e scrivere... che passione!

Come sostenere l'interesse per lettura e scrittura

Per noi esseri umani, la comunicazione avviene attraverso un fenomeno complesso e peculiare: il linguaggio.

Il linguaggio rende tangibile il pensiero della nostra specie, è lo strumento attraverso cui diviene possibile esprimere il proprio pensiero, e comprendere quello dell’altro. Concretamente, il linguaggio non è altro che “un puro alito, una serie di suoni messi insieme"¹. Si è poi convenzionalmente deciso di dare un senso a questi suoni, scegliendo il significato da attribuire ad essi. Ed ecco pronta la magia del linguaggio, che il bambino o la bambina assorbirà spontaneamente, fin dalla nascita ed ancor prima, nel caldo abbraccio del ventre materno, da cui già inizia ad ascoltare suoni, rumori e parole. Non siamo infatti noi adulti ad insegnare ai bambini il linguaggio; quest’ultimo è invece un apprendimento inconscio: “il linguaggio si sviluppa, non si impara”².

Lo sviluppo del linguaggio nel/la bambino/a attraversa alcune fasi tipiche, permeate tutte da un lavoro incessante ed inconscio da parte del/la nostro/a piccolo/a comunicatore/comunicatrice instancabile.

Prima nell’utero, e poi fuori, nei suoi primi mesi di vita, è già ascoltatore/ascoltatrice attento/a dei nostri dialoghi, ed osservatore/osservatrice dei movimenti della bocca degli adulti di riferimento, la sua mente memorizza, in una interazione continua fra sé e l’ambiente.

Si arriva così, verso i sei mesi circa, all’emissione delle prime sillabe, la costruzione del linguaggio si evolve attraverso il balbettio, fino alla conquista della prima parola, intorno all’anno di età. Segue un’altalena di momenti di staticità, in cui sembra non accadere nulla di nuovo nell’evoluzione del linguaggio, e momenti di improvvise e veloci scoperte, in cui le parole apprese ed espresse diventano sempre più numerose, per poi concatenarsi tra loro nell’espressione delle prime frasi di senso compiuto, arrivando infine al “periodo esplosivo” che va circa dai due anni ai due anni e mezzo, periodo nel quale “questo tesoro, preparato nel subconscio, viene affidato alla coscienza e il bambino in pieno possesso di questo nuovo potere parla e parla, senza posa”³. Successivamente, dai due anni e mezzo ai sei anni circa, inizia un nuovo periodo: quello dell’organizzazione del linguaggio, nel quale avviene il perfezionamento e l’apprendimento di un grandissimo numero di parole, secondo gli stimoli provenienti dall’ambiente in cui il bambino o la bambina vivono.

Così come avviene per il linguaggio, anche l’apprendimento della scrittura e della lettura, in Montessori, è un fenomeno spontaneo, che il bambino o la bambina mettono in atto istintivamente, laddove l’ambiente sia preparato dall’adulto per accogliere l’interesse dei/delle fanciulli/e, nel momento in cui esso si manifesta.

Generalmente, dall’osservazione sui/sulle bambini/e, potremo notare segni di questo interesse a partire dai 3-4 anni.

È necessario evidenziare come in Montessori non vi sia alcuna fretta nel raggiungimento di questa tappa dello sviluppo, che rimane ancorata alla specificità propria di ogni bambino o bambina. È lei stessa a sottolineare che “non tutti i bambini sono nella stessa età al medesimo punto; e poiché nessuno di essi è mai, non dico forzato, ma nemmeno invitato o comunque attratto a fare ciò che non vuol fare, avviene che alcuni bambini, non essendosi presentati spontaneamente per chiedere di imparare, vengano lasciati in pace e non sanno né scrivere né leggere”⁴.

Nell’approccio Montessori, le attività di lettura e scrittura vengono presentate simultaneamente, sono due atti che si fondono tra loro. Sono innanzitutto attività sensoriali: in Montessori il bambino o la bambina imparano a scrivere e leggere ascoltando i suoni, e collegandoli all’esperienza sensoriale tattile e visiva delle lettere che a quei suoni si associano. È importante presentare al bambino o alla bambina i suoni delle lettere associando queste ultime al loro fonema (ovvero il suono esatto che la lettera produce all’interno della parola), e non al nome tradizionale: ad esempio, per presentare la lettera S diremo "sss", e non invece "esse".

Le lettere non vengono presentate riproducendo il segno grafico sul foglio attraverso la matita: questo è un passaggio successivo, in quanto il primo strumento di apprendimento in Montessori è, come abbiamo detto, la mano, l’esperienza sensoriale, che offre al bambino o alla bambina la concretezza di cui ha bisogno nel primo piano dello sviluppo, che va da zero a sei anni. 

Questa “esperienza” si realizza con il materiale delle “lettere smerigliate”, ovvero lettere “tattili, riprodotte in rilievo su supporto di legno.

Tramite queste lettere, che spiccano sia dal punto di vista visivo che tattile, il bambino o la bambina impara ad associare il suono della lettera alla sua riproduzione grafica.

Attraverso questo materiale, il primo approccio alla lettura ed alla scrittura può avvenire in forma di gioco, seguendo l'interesse del bambino o della bambina, che spesso si manifesta già negli anni della scuola dell’infanzia.

Le lettere smerigliate possono anche essere facilmente riprodotte in casa da noi genitori, utilizzando materiali di uso comune: il cartoncino come base, e ad esempio, il feltro o la carta vetrata per riprodurre la lettera. L'importante è che la lettera sia di un materiale diverso rispetto al supporto sul quale è incollata, in modo da dare al bambino o alla bambina la possibilità di sentirla e tracciarla utilizzando il tatto. Questo permetterà di compiere simultaneamente i due atti della lettura e della scrittura. Come dice Montessori, il bambino o la bambina "quando vede e riconosce, legge; e quando tocca, scrive". La lettura e la scrittura prendono così avvio dall'interazione osservazione, ascolto, tatto.

Un altro materiale molto importante nell’approccio montessoriano alla letto-scrittura è rappresentato dall’ “alfabeto mobile”: lettere in legno che il bambino o la bambina può manipolare ed utilizzare per comporre le parole. Anche in questo caso, i/le bambini/e compiono l'atto della scrittura, in modo totalmente sensoriale. 

Questo tipo di lavoro permette lo sviluppo naturale dell’interesse seguendo le tappe della crescita e maturità personale: la mente del/la bambino/a si avvicina alla scrittura e, laddove la mano non sia ancora pronta ad un’impugnatura corretta (perché i suoi muscoli devono ancora completare il processo di sviluppo delle capacità e dei prerequisiti necessari per impugnare correttamente la matita), si soddisfa l’apprendimento senza incorrere nella frustrazione di non riuscire a riprodurre correttamente i grafemi.

Che cosa possiamo fare noi genitori per promuovere l’interesse?

  • Parliamogli/le. Parlare ai/alle nostri/e bambini/e fin da subito con un linguaggio che sia il più spontaneo e corretto possibile è il primo motore del loro futuro interesse per la scrittura e la lettura. Parlargli/le molto, non limitarci a risposte sintetiche perché magari pensiamo che "è piccolo/a e non capirebbe", fornire spiegazioni concrete ed ancorate alla realtà quando ci pongono domande, parlare con un linguaggio non infantile, evitando ad esempio di dare nomignoli agli oggetti che nominiamo, sono tutte mosse vincenti nel suscitare la curiosità dei bambini e delle bambine verso il mondo delle lettere e delle parole scritte.
  • Leggiamo insieme. La lettura condivisa è uno strumento prezioso di arricchimento, sia per i/le nostri/e figli/e che per noi. Leggere insieme all’adulto di riferimento, stimola nei bambini e nelle bambine la curiosità verso la lettura autonoma e la scrittura in modo assolutamente spontaneo. La lettura condivisa è anch’essa esperienza sensoriale, in quanto il bambino o la bambina vede le pagine mentre vengono lette, si abitua a percepire i segni grafici che compongono le lettere, osserva e tocca le immagini, che costituiscono parte integrante della storia che viene letta, ed ausilio per la sua comprensione.

Leggere con i/le nostri/e bambini/e ci offre non solo l'opportunità di mostrare loro fin da subito le meravigliose potenzialità delle storie che possiamo ritrovare nel mondo reale intorno a noi, condividendo al contempo un momento di vicinanza e di coccola, ma costituisce un'abitudine che una volta consolidata nell'infanzia, difficilmente verrà meno negli anni seguenti. Il bambino o la bambina a cui è stato letto, molto più facilmente diventerà un lettore o una lettrice.

  • Diamo l'esempio. Come per tutto ciò che concerne l'educazione, il buon esempio è lo strumento più efficace. Il bambino o la bambina apprende attraverso l'imitazione e l'esperienza. Come possiamo biasimare un bambino o una bambina che non ha interesse per la lettura, se magari non ci ha mai visti con un libro in mano? Viceversa, osservare un genitore che ama dedicare parte del proprio tempo alla lettura, produrrà automaticamente nel bambino o nella bambina l'idea che la lettura sia un'esperienza positiva.

In generale, quello che dobbiamo ricordare sempre è che ogni bambino o bambina porta con sé la propria indole e i propri interessi che si sviluppano nel corso degli anni, con un tempo personale. Non esistono “età indicative” a priori, ognuno ha il proprio percorso.

 

1 M.Montessori, La mente del bambino.

2 M. Montessori, Educazione per un mondo nuovo.

3 M. Montessori, La mente del bambino.

4 M. Montessori, Educare alla libertà.

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