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Che cos'è l'attenzione?

Come supportarne lo sviluppo nei/lle bambini/e

Sarà capitato ad ognuno di noi di metterci al lavoro e dopo qualche minuto perdere la concentrazione, magari perché distratti dal telefono oppure perché stanchi o semplicemente perché presi da altri pensieri. Concentrarsi vuol dire raccogliere le proprie energie mentali e riuscire a fissare il pensiero verso un oggetto (per oggetto non si si intende solo qualcosa di materiale, ma anche un lavoro, un compito, una sensazione, uno stato di sé).

Riuscire a concentrarsi dunque permette di sostenere l’attenzione: una delle abilità cognitive più importanti che il nostro sistema cerebrale utilizza per permetterci di adattarci all’ambiente e di crescere in modo adeguato. Va da sé che l’attenzione è direttamente collegata a molte altre abilità cognitive: una fra tutte la memoria, intesa non solo come magazzino dove inserire ricordi, immagini o eventi di vita, ma anche come capacità plastica finalizzata ad organizzare il proprio mondo interno.

Nella società odierna bisogna ammettere però che ci sono notevoli fonti di distrazione, sia per i grandi che per i più piccoli: la fretta, la necessità di essere veloci ed efficienti allo stesso tempo, spazi e tempi ridotti, tutti i device (cellulari, pc, tablet) e spesso anche abitudini di vita un po’ disfunzionali.

Questo è un peccato poiché proprio l’attenzione ci garantisce di portare a termine tanti compiti, non solo lavorativi, ma anche di gestione della vita in generale. Come ogni capacità cognitiva essa può essere rappresentata come un processo di acquisizione che il/la bambino/a impara ad esprimere attraverso le diverse tappe evolutive, ovvio è che migliore è l’ambiente che stimola tale abilità e maggiore è la probabilità che essa risulti efficiente e completa.


Che cos’è veramente l’attenzione?
L’attenzione è prima di tutto un processo di eliminazione: se mi giro intorno il mio cervello è letteralmente bombardato da stimoli, visivi, sonori, olfattivi, tattili, ma anche da percezioni interne che derivano dal nostro corpo (fame, sete, movimenti gastro-enterici, freddo-caldo, stanchezza, sensazioni muscolari). Se il nostro cervello non fosse in grado di fare una selezione dei suddetti stimoli e non riuscisse a concentrarsi solo su quelli che, per quel momento, sono i più rilevanti e li accogliesse tutti, sicuramente impazzirebbe per la mole di dati che dovrebbe decifrare!

In realtà il nostro sistema cerebrale è molto evoluto per cui ha programmato una specie di “app” che gli consente di togliere di mezzo ciò che non serve e di utilizzare al meglio ciò che invece ritiene fondamentale e da non perdere, per fare questo utilizza appunto l’attenzione. Essere attenti vuol dire quindi andare verso qualcosa con tutto il nostro essere ed ignorare tutto il resto e implica poi la capacità di rispondere in maniera adeguata (quello che nelle neuroscienze chiamano “output” cioè risposta in uscita).

Ovviamente quello che può essere saliente e degno di attenzione per una persona può non esserlo per altre, ognuno di noi infatti possiede una specie di “filtro personale” che lo conduce a cercare stimoli interessanti per se stesso: esso viene creato durante la crescita, in base alle proprie attitudini, abitudini di vita, interessi, situazioni vissute e scopi personali e tutto ciò è fortemente
influenzato dalle emozioni percepite e provate, fin dalla nascita e per tutto l’arco di vita.
Esistono diversi tipi di attenzione: quella sostenuta cioè capace di farci compiere un lavoro per diverso tempo, quella divisa che ci permette di compiere due attività insieme, quella focalizzata, diretta cioè ad un unico elemento e quella alternata, capace di farci passare da un compito all’altro.


Gli adulti utilizzano tutte le diverse forme, ma il/la bambino/a sperimenta per primo quella focalizzata e crescendo collauda piano piano anche le altre.

 

Come aiutare il/la bambino/a a sviluppare l’attenzione e la concentrazione?
Stimolare la concentrazione e l’attenzione nel/la bambino/a può essere fatto attraverso semplici comportamenti sani e funzionali che voi genitori potete mettere in campo senza grosse difficoltà:


• Fin dai primi mesi potete leggere ai/lle piccoli/e libricini adatti per la loro età (in commercio ce ne sono tantissimi), la lettura espressiva, il tono di voce, la possibilità di stare con papà e mamma fa si che il bambino/a sia attirato da quel momento di condivisione “espressiva” e venga immediatamente stimolato all’ascolto e all’attenzione.


• Aiutate i/le vostri/e bimbi/e a non essere invasi dai giocattoli, ma fornite loro un giocattolo per volta, in modo che abbiano il tempo di studiarlo e manipolarlo, senza avere la fretta di passare a quello successivo.


• Prediligete giochi che richiedano la possibilità di muoversi, fin dai primi mesi di vita infatti i/le bambini/e esperiscono il proprio mondo attraverso il movimento e la manipolazione, hanno bisogno di fare esperienza “pratica” di ciò che è intorno a loro, in modo che sappiano cosa vuol dire concentrarsi per “studiare” ad esempio attentamente un giochino o l’ambiente di casa o i giardinetti.


• Evitate smartphone e tablet sotto i due/tre anni, la letteratura scientifica ha dimostrato che far utilizzare device di questo genere a bambini/e così piccoli/e aumenta la probabilità di incorrere in difficoltà dell’attenzione a 7/8 anni. In generale: evitate di far trascorrere loro troppo tempo davanti ad uno schermo, non favorisce sicuramente l’attenzione e appiattisce la creatività, qualità quest’ultima che invece va a braccetto con la concentrazione.


• Quando si pranza e cena meglio non accendere la tv o il pc, i/le bambini/e hanno bisogno di essere attenti/e non solo a quello che mangiano, ma anche alle persone che sono intorno a loro.


• Cercate di gestire una quotidianità scandita da tempi e ritmi piuttosto regolari in modo che i/le bimbi/e sappiano quando possono concentrarsi in determinate attività.


• Siate voi per primi attenti quando state con i/le vostri/e bimbi/e, purtroppo la vita un po’ frenetica e gli impegni di lavoro distraggono a volte dai bei momenti di condivisione familiare: dedicate uno spazio e tempo nell’arco della giornata che sia riservato solo ai/lle vostri/e figli/e, ne godrà tutta la famiglia.


• Tenete sempre a disposizione fogli, colori e matite colorate: il disegno stimola la concentrazione e l’attenzione, anche per i più piccolini, non importa che disegno verrà fuori, fateli sperimentare.


• Passeggiate all’aperto e possibilmente in mezzo alla natura, divertitevi poi con un giochino molto semplice, trovate cioè più dati sensoriali possibili: visivi (cielo, alberi, mare…), uditivi (il canto degli uccelli, il ruscello che scorre…), olfattivi (odore di terra, fiori…), tattili (terreno sconnesso, sabbia fine…) e perché no anche gustativi (che sapore ha la pioggia mamma?). Vedrete che saranno concentratissimi sull’ambiente che li circonda!
Quando cresceranno potrete divertirvi con tanti giochi da tavola che stimolano l’attenzione e la concentrazione (carte, memory, quiz, disegni) e non dimenticate di giocare con la musica, il ballo ed il canto! Vi accorgerete che loro sono molto più attenti e concentrati di voi, ma non demordete, vi allenerete insieme!

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