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Cosa percepisce il/la bambino/a?

Lo sviluppo dei cinque sensi nella pancia
Fino al secolo scorso non erano molti gli studi che potevano determinare cosa percepisse il feto nell’utero materno, oggi grazie alla scienza e ai progressi della ricerca medica possiamo stabilire con una buona probabilità cosa il/la piccolo/a sente fin dalle prime settimane di vita intrauterine.
Lo sviluppo dentro la pancia della mamma segue una logica precisa: prima si creano strutture vitali come il cuore e parti del sistema nervoso e poi via via emergono elementi del corpo che saranno basilari per il resto della vita: fra questi ci sono indubbiamente i cinque sensi.
Il tatto, l’udito, il gusto, l’olfatto e la vista consentono l’interpretazione e la comunicazione con il mondo esterno, sono mattoni necessari non solo per il processamento delle informazioni, ma soprattutto per la crescita e l’adeguamento del/lla piccolo/a alla società: per questo Madre Natura comincia fin da subito ad organizzare le varie cellule del feto in modo che esse si strutturino nei vari apparati ricettivi e “il programma genetico” che porta avanti farà si che tutti i sensi alla nascita siano perfettamente funzionanti (con una piccola eccezione per la vista che si continuerà ad affinare nei primi mesi di vita).

Lo sviluppo dei cinque sensi

Il primo a svilupparsi è il tatto, infatti a 8 settimane di gestazione il feto è lungo circa 1 cm e già possiede alcuni recettori del tatto, cioè delle “strutture” presenti sotto la pelle adibite a captare gli stimoli (in questo caso tattili per l’appunto), essi all’inizio saranno presenti in una regione fondamentale per il/la bimbo/a, cioè la zona della bocca; se ci pensiamo bene infatti, dopo la nascita i/le bambini/e esplorano maggiormente il mondo circostante attraverso la bocca, che è la zona “più ricca di recettori e più pronta” a captare i segnali.
Tutti i recettori poi si estenderanno nel corpo completando la loro sistemazione verso il settimo mese.

I ricercatori quindi sono d’accordo nell’affermare che intorno alla ventesima settimana di gestazione il/la vostro/a piccoletto/a potrà avvertire le carezze che voi genitori effettuerete sul pancione: a lui/lei arriveranno come delle piccole vibrazioni attraverso il liquido amniotico. Questo è qualcosa di meraviglioso, perchè permette di creare delle “comunicazioni” pelle a pelle con il/la vostro/a bambino/a ancor prima che lui/lei sia nato/a.
La pelle comunque rimarrà anche dopo la nascita una parte del corpo del/lla neonato/a estremamente importante, non solo come organo di protezione dei tessuti interni, ma anche come veicolo di contatto preferenziale: pensate ai massaggi neonatali, alle carezze, agli abbracci, non sono vizi ma manovre assolutamente basilari per stimolare la salute psico-fisica del/la bambino/a.

Lo sviluppo dell’udito è graduale, è possibile affermare che il feto comincia a reagire agli stimoli sonori già verso la venticinquesima settimana, anche se le strutture alla base della percezione uditiva iniziano a formarsi precocemente, già al secondo mese.
I primi suoni che percepisce sono quelli relativi al battito cardiaco e ai rumori viscerali del corpo materno; infatti appena nasce il/la bimbo/a lo/la si appoggia pelle a pelle sul seno materno, non solo per fare in modo che lui/lei trovi il capezzolo, ma anche per “rassicurarlo/a” facendo ascoltare il ritmo del cuore della mamma, un suono che conosce a memoria e che automaticamente lo/a tranquillizza e lo/a fa sentire in un luogo caro e protetto.
Le voci dei genitori sono quelle che il/la bambino/a ovviamente percepirà più spesso e che riconoscerà dopo la nascita, per questo è bene parlare al pancione fin da subito (non serve neanche aspettare la venticinquesima settimana…i toni dolci, l’affetto, l’intonazione della voce arrivano al/la piccolo/a anche attraverso altri canali corporei). La musica è inoltre un potente mezzo comunicativo, far ascoltare ancora in pancia brani melodiosi o anche di altro genere, purché non troppo forti, consentirà al/la piccolo/a di provare delle sensazioni piacevoli, soprattutto se l’ascolto è anche apprezzato dalla mamma. Senza dubbio poi la possibilità di creare delle “memorie sonore” che il/la bambino/a potrà provare fuori dal grembo gli/le consentirà di accedere a dei ricordi che per lui/lei saranno qualcosa di conosciuto e che quindi avranno un effetto di rassicurazione e consolazione.

Anche i recettori dell’olfatto e del gusto cominciano prestissimo a formarsi, sempre nel secondo mese e come per il tatto, il feto comincia quasi subito a captare gusti e odori. Questi passano rispettivamente attraverso il liquido amniotico e il naso (che si forma molto presto). L’odore materno è facilmente riconoscibile per il/la bambino/a: in un esperimento di qualche anno fa si è visto che un bimbo appena nato, in presenza di due tamponi di ovatta impregnati di sudore, uno materno e uno di un’altra mamma che aveva partorito, si girava automaticamente verso il tampone relativo alla sua mamma. Lo stesso “imprinting” si ha con il sapore del liquido amniotico, il quale cambia anche in base all’alimentazione materna: cibi assunti in gravidanza spesso sono graditi dal/la bimbo/a anche dopo la nascita. Da qui va da sé che l’educazione alimentare non comincia con lo svezzamento, ma molto prima: la familiarità con verdure, frutta e cibi ritenuti sani va supportata ancor prima della nascita.

Per quanto riguarda la vista invece i tempi in cui il feto può percepire stimoli visivi sono più lunghi, bisogna aspettare il sesto mese prima che lui/lei percepisca la luce che filtra dai tessuti della pelle della pancia della mamma. Una volta nato/a poi la sua visione è un po’ offuscata e avrà bisogno degli altri sensi principalmente per recuperare familiarità con l’ambiente circostante. Si può affermare infatti che la vista dentro il pancione non serva a molto (il/la bambino/a infatti “sfrutta” maggiormente tatto, gusto, udito e olfatto), saranno gli stimoli dell’ambiente extra-uterino poi ad affinarla e a svilupparla maggiormente.

Se si volesse quindi rispondere alla domanda iniziale del titolo potremmo dire che il/la bambino/a percepisce moltissimo quando è in pancia, più di quello che normalmente si creda: “l’esperienza” vissuta nel grembo materno infatti è fondamentale poiché sarà la base sulla quale il/la piccolo/a costruirà il proprio sé, per questo è bene dotarlo/a fin da subito di un ambiente sano sotto ogni punto di vista: alimentare (buona dieta materna), sonoro (stimoli acustici appropriati, in primis voce, canto e musica) e tattile (carezze e massaggi a profusione!).
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