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Cresco io, cresce la mia mente

Lo sviluppo cognitivo del/della bambino/a
Con il termine sviluppo cognitivo si intende l’insieme di processi mentali che permettono al/la bambino/a di rispondere e interagire con il mondo esterno in modo efficace. Il termine sviluppo indica infatti un periodo di cambiamento continuo. Ogni bambino/a mostra delle caratteristiche e capacità sempre diverse da quelle di un altro/a della sua stessa età.

Piaget, uno dei primi studiosi di comportamento in età evolutiva, ci dice che il/la bambino/a è un/a protagonista attivo/a nel percorso di crescita e scambia continuamente informazioni con l’ambiente esterno da cui riceve stimoli e su cui agisce in modo significativo.

Quando il/la tuo/a bambino/a guarda, osserva, tocca cosa sta succedendo?
Il periodo sensomotorio racchiude le esperienze percepite attraverso i cinque sensi dalla nascita al secondo anno di vita. Uno dei primi riflessi è proprio quello di portare mani/oggetti alla bocca e di afferrare qualsiasi cosa lo/a circonda. Piano piano comincia a modellare le prime abitudini (sperimentare un oggetto scuotendolo, far cadere più volte un bicchiere dal seggiolone) finché infine riesce a studiare la natura di varie situazioni legate a nuovi oggetti, sperimenta diverse azioni e ne modifica ogni volta il risultato.

Pensate a quanti utilizzi un/a bambino/a fa dello stesso oggetto… una banana si trasforma in un telefono, una bacchetta magica o una racchetta da tennis.

Ma il/la bambino/a può fare tutto da solo/a o ha bisogno dell’adulto?
Vygotskij ci parla di zona di sviluppo prossimale ossia la differenza tra ciò che il/la bambino/a è in grado di svolgere da solo/a rispetto a quello che invece può fare con l’aiuto dell’adulto. Provate ad immaginare un/a bimbo/a lasciato/a da solo/a con una palla, sicuramente non si annoierà ma pensate se ci fosse un adulto con lui/lei che lo/a stimola ad utilizzarla in diversi modi (farla rotolare, lanciarla, farla sparire, girarla…) L’intelligenza del/la bambino/a si modella e cresce grazie alla relazione con l’adulto che funge da supporto esperto.

È vero che i/le bambini/e anche se piccolissimi/e sono in grado di capire e apprendere tante cose?
Le più recenti evidenze scientifiche ci suggeriscono che il periodo che va dalla nascita ai primi tre anni di vita viene definito di massima plasticità cerebrale. In questa fase di sviluppo si forma una fitta rete di connessioni di neuroni nel cervello che rendono il/la bambino/a unico/a e irripetibile: ecco perché non tutti i/le bambini/e della stessa età hanno le medesime capacità!

Oggi si parla di sviluppo armonico per indicare il grande bagaglio di esperienze e capacità che il/la bambino/a riempie ogni giorno. Gli aspetti sociali, le relazioni con gli adulti e i compagni, le abilità di movimento, il linguaggio, la comunicazione interagiscono tra loro ogni istante di vita del/la bambino/a che è in grado di rispondere in modo equilibrato e sereno alle richieste dell’ambiente.

Quando ci sono delle difficoltà cosa possiamo fare? Quali sono i campanelli di allarme?
Negli ultimi anni è aumentato l’interesse da parte degli specialisti nel monitorare il decorso dello sviluppo del/la bambino/a fino dai primi mesi di vita. Molto spesso sono gli insegnanti o gli educatori ad accorgersi che qualcosa non va. Osservare precocemente le capacità del/la bambino/a consente di individuare alcune debolezze o ritardi cognitivi ed intervenire in modo efficace il prima possibile.

Come risaltare le capacità del/la bambino/a? Quali parole utilizzare per valorizzarlo/a?
Ognuno di noi ha punti di forza e debolezza, noi adulti siamo in grado di difenderci da eventuali critiche o commenti negativi. Immaginate invece un/a bambino/a, che non ha ancora la capacità di elaborare i pensieri e comprendere fino in mondo i significati di noi adulti. Ogni parola, ogni sguardo o cambiamento del tono di voce trasmette al/la bambino/a le nostre emozioni che se negative possono mortificarlo/a e incidere sulla sua autostima.

La responsabilità dell’adulto si riflette nel costante incoraggiamento verso i/le nostri/e piccoli/e, che hanno bisogno di supporto e fiducia per continuare a crescere con un bagaglio di emozioni positive ed esperienze di condivisione e serenità.


Bibliografia
Camaioni L., Di Blasio P. Psicologia dello sviluppo Il mulino, 2002
Karl Ernst e Walter Bucher. Educazione fisica, scuola dell’infanzia volume 2
Le Boulch J. Educare con il movimento Armando editore, 2003
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