Non è semplicemente chiudere gli occhi e aspettare che arrivi l’ora del risveglio: nell’arco di tempo che intercorre tra questi due momenti succedono tante cose, a nostra insaputa è vero, ma così importanti che la Natura ha deciso bene di regalare ai/lle neonati/e tantissime ore di sonno, e se Lei ha deciso così, sicuramente ci sono ottime ragioni.
Uno dei pensieri dei futuri neo genitori è il seguente: “Ci farà dormire il/la nostro/a bambino/a?”.
Domanda legittima, ma che richiede alcune riflessioni. I/Le bambini/e alla nascita hanno un ritmo circadiano (ritmo fisiologico che include, tra altri aspetti, anche le fasi di sonno e veglia) completamente diverso dall’adulto, quest’ultimo infatti ormai ha stabilizzato il suo di ritmo che di solito coincide con il dormire di notte e lo stare sveglio di giorno. Nella pancia della mamma il/la bambino/a era abituato/a a riposare con una tempistica tutta sua, quindi una volta venuto/a al
mondo deve adattarsi alle nuove fasi di luce e di notte e questa alternanza è qualcosa che si acquisisce con la crescita e con il tempo. Bisogna inoltre considerare che nei/lle bimbi/e si ha un sonno polifasico, cioè vengono intervallati più rapidamente periodi di attività a quelli di riposo, in genere nel primo mese ci sono pisolini più brevi e più ravvicinati che si alternano con le poppate, i cambi e con i momenti di interazione con l’adulto.
moltissimo e altri/e che invece riposano meno.
pisolini diurni: in genere sono tre, mattutino, post prandiale e tardo pomeriggio, il primo ed il terzo di solito scompaiono prima, mentre il secondo può rimanere fino a tre/quattro anni, cioè fino all’inserimento nella scuola dell’infanzia.
attenzione e partecipazione alla vita diurna.
Il sonno dei/lle bambini/e è simile nella struttura a quello degli adulti, ma qualitativamente diverso: esso è caratterizzato per piccoli e grandi da cicli continui, in ognuno di essi si alternano due fasi: REM (sonno per certi aspetti più leggero e deputato ad eventuali sogni) e N-REM (sonno più profondo).
un vero momento di “sveglia” nel quale lui o lei ha bisogno dell’interazione con l’adulto per poter terminare la propria “quota” di sonno.
è determinato dal fatto che la maggior parte del sonno dei/lle bimbi/e (al contrario da quello degli adulti) è rappresentato dalla fase REM.
ha più facilità di svegliarsi per chiedere aiuto e attirare l’attenzione del proprio genitore: questo rappresenta un segnale di allarme primordiale, determinato dalla spinta alla sopravvivenza e per la conservazione di sé.
Altra ragione per cui i/le bimbi/e dormono molto riguarda il fatto che durante il sonno avvengono molti processi: maturazione del sistema cerebrale, aumento della funzionalità del sistema immunitario, recupero delle energie per affrontare il nuovo giorno, rinforzo e memorizzazione delle conoscenze apprese durante la giornata trascorsa, eliminazione di quegli stimoli che sono ritenuti superflui o ridondanti per la crescita e recupero fisico e mentale di giornate molto impegnative (ad esempio se il/la bimbo/a è stato/a poco bene può verificarsi che dorma di più proprio per riconquistare parte del suo benessere).
- Ciò che risulta fondamentale è prima di tutto seguire i tempi dei/lle vostri/e bimbi/e. Non occorre svegliarli/le mentre dormono, soprattutto se molto piccoli/e, evidentemente in quel momento hanno bisogno di riposarsi, per tutte le ragioni che ci siamo detti sopra.
- L’importanza dei rituali è fondamentale: nei primi mesi spesso capita che il/la bambino/a si addormenti attaccandosi al seno, il quale fornisce sì latte, ma anche conforto, calore e tranquillità, aspetti questi che inducono il sonno. Qualora questo momento non sia presente, per tutta una serie di motivazioni e situazioni familiari o perché non si allatta più, è importante che si instauri un rituale di addormentamento: individuare cioè una serie di azioni condivise che possono preparare il/la vostro/a bambino/a alla nanna, cantare una ninna nanna o una filastrocca (meglio se già l’aveva sentita quando era in pancia), il bagnetto, il massaggio neonatale, gli abbracci e le carezze che cullano, leggere una favola, stropicciare il proprio peluche preferito o il vecchio pigiama della mamma o del babbo possono rappresentare alcuni esempi.
- Assolutamente banditi tablet e smartphone con video o giochini prima della nanna, il cervello registrerebbe che è il momento di attivarsi e non di rilassarsi!
- L’ambiente prima della nanna deve essere calmo, magari luci un po’ più mitigate, parlate con un tono di voce calmo, se volete un po’ di musica sarebbe preferibile a basso volume, genere classica o comunque rilassante. Prima di dormire il/la bambino/a ha bisogno di sentirsi al sicuro e tranquillo/a, l’ambiente esterno dovrebbe favorire e rispecchiare queste sensazioni.
- Cercate di mantenere una regolarità quotidiana sui suoi orari, non solo quello in cui si va a letto, ma anche quello relativo al mangiare, al gioco, alle uscite col passeggino, questo favorirà una stabilità del suo ritmo circadiano.
- Possibilmente vostro/a figlio/a dovrebbe addormentarsi nel luogo dove poi resterà tutta la notte (questo è possibile maggiormente dai quattro/cinque mesi in poi) poiché in questo modo, durante i suoi microrisvegli, troverà lo stesso ambiente che aveva lasciato all’inizio della nanna e non uno diverso, in questo modo non si troverà spaesato/a nella fase del ri-addormentamento.
- Durante i microrisvegli notturni i/le vostri/e bimbi/e, se non hanno fame, hanno bisogno spesso di essere tranquillizzati/e e rassicurati/e, basta a volte che sentano solo la vostra voce, una parte della ninna nanna o un contatto con voi per sentirsi coccolati e rasserenati.