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Gattonamento e primi passi

Le tappe dello sviluppo motorio
Tutte le conquiste dei/lle bambini/e rappresentano dei ricordi indelebili nella mente dei loro genitori: il primo dentino, la prima parola, la prima volta che ha provato a gattonare o a camminare. Molti genitori hanno appuntato questi episodi nell’album dei ricordi con tanto di data e racconto del contesto.
Una data che sicuramente molti genitori ricorderanno sarà proprio quella dei primi passi…o per meglio dire dei primi lanci!
Sì, perché all’inizio si tratta proprio di un “lasciarsi in un lancio di fiducia”: il bambino muove le gambe spostandosi dal suo piano di appoggio nel quale è in posizione eretta, per esempio dal divano, fino ad arrivare allo spigolo dell’altro divano, proprio perché lì c’è un giochino che lo interessa oppure si lancia, lasciando momentaneamente la mano sicura di un genitore per ritrovarsi tutto fiero nelle braccia accoglienti dell’altro, che lo sta chiamando a 5 passi più avanti.
Di solito scatta l’applauso e il/la bambino/a capisce e sente che ha compiuto qualcosa di magico e ci riprova, a volte potrà perdere l’equilibrio, ma da ora in poi sarà pronto/a a perfezionare questa sua autonomia senza troppe paure.
Ma come fa il/la bambino/a ad arrivare fino a questo punto?

Le tappe della locomozione
Per locomozione si intende la capacità di spostarsi nello spazio in autonomia fino ad acquisire con fluidità e sicurezza la deambulazione con la postura eretta; questo processo ha precise tappe in sequenza, le quali sono collegate a dei periodi di crescita, ma occorre precisare che ogni bambino/a ha il suo percorso evolutivo e quindi è possibile che alcune abilità vengano acquisite prima o dopo rispetto ai tempi esposti do seguito.
L’ordine comunque è già prefissato dal sistema biologico e genetico, per cui non è possibile ottenere una capacità di movimento se prima non è stata sufficientemente assodata quella precedente.

  • 1-2 mesi: il/la bambino/a se messo/a prono/a comincia a tirare su il capo;
  • 3 mesi: sa appoggiarsi molto bene sui gomiti in maniera simmetrica e sa spostare il carico da un lato all’altro in relazione all’interesse (girando il capo);
  • 4 mesi: si appoggia sui gomiti ed ha le mani libere per afferrare e giocare. A quattro mesi e mezzo ha un buon appoggio su di un gomito ed ha la possibilità di allungare l’altro arto a mano libera per prendere ciò che lo/la interessa;
  • 5-7 mesi: questa tappa è fondamentale poiché il/la bambino/a riesce a fare “lo striscio”, abilità fondamentale per ogni acquisizione futura, riesce cioè a muoversi sulla pancia alternando gomiti e ginocchia, con una rapidità via via crescente;
  • 6-8 mesi: da prono/a riesce a sollevare il sedere e ad appoggiare le mani aperte, assumendo così la posizione “a quattro zampe” utile per il gattonamento. Alcuni neuropsicologi chiamano questa tappa “salire al secondo piano” ed una volta fatto questo scatto evolutivo per 2 o 3 settimane il/la bimbo/a dondolerà avanti e indietro in questa postura per poterla in qualche modo testare;
  • 9-10 mesi: si muove con l’andatura a carponi con schema alternato (braccia destro con gamba sinistra e viceversa) e tenta di arrampicarsi in stazione eretta;
  • 11-12 mesi: acquisisce la postura eretta;
  • 12-13 mesi: il/la bimbo/a sperimenta i primi passi.

Striscio e gattonamento
Lo striscio ed il gattonamento risultano fondamentali per acquisire non solo il coordinamento motorio dei primi passi, ma anche tutta una serie di abilità necessarie da un punto di vista psicofisiologico: migliorano l’equilibrio, potenziano la muscolatura (sia quella utilizzata per le braccia, le gambe ed il dorso che quella più di precisione finalizzata alla prensione degli oggetti), favoriscono la visione bioculare poiché “obbligano” il/la bambino/a a “puntare” nella stessa direzione nella quale sta marciando e affina moltissimo la coordinazione motoria, la quale rappresenta un prerequisito fondamentale anche per alcune competenze scolastiche.

Aspetti inoltre di forte rilevanza sono quelli emotivi: il/la bambino/a che ha sperimentato di potersi muovere in libertà percepisce un senso di progressiva fiducia in sé e autonomia che lo/la porteranno all’esplorazione del territorio, permettendogli/le di sentirsi capace e competente nelle sue azioni, base che sarà molto utile nell’acquisizione delle abilità future.

La soddisfazione di scoprire nuovi lati della casa, di inseguire la voce dei genitori magari in un’altra stanza, di giocare rincorrendo carponi qualcuno della famiglia e raggiungere un giochino che spunta dalla coperta hanno un forte valore emotivo.

Se queste tappe sono state raggiunte in maniera positiva il/la bambino/a nella maggior parte dei casi non avrà problemi nell’acquisizione della deambulazione bipede. Potrà capitare che, specie nei primi tempi, il gattonamento e l’andatura eretta coesisteranno per un po’ come abilità di movimento, e che il/la bambino/a sceglierà l’uno o l’altra in base allo scopo da raggiungere. La possibilità di spostarsi con le proprie gambe in seguito avrà la meglio, permettendogli/le di proseguire più efficacemente nell’opera esplorativa del territorio circostante.

Come i genitori possono promuovere le abilità motorie della locomozione?

Occorre ricordare che le abilità motorie sono direttamente collegate allo sviluppo neurologico, per cui è bene non forzare mai né le posture, né i movimenti poiché il/la bambino/a compirà letteralmente passi avanti nel suo sviluppo motorio quando le sue connessioni neuronali saranno pronte.

I genitori però possono sostenere tale sviluppo attraverso piccoli accorgimenti:
  • È bene mettere il/la bambino/a su un tappetone fin dalla fine del primo mese, in uno spazio consono con dei giochini adatti alla sua età, così potrà sentirsi fin da subito libero/a di muoversi. In questo modo si stimola in sicurezza la sua curiosità che lo/la porterà piano piano ad “ingegnarsi” per raggiungere ciò che vuole esplorare.
  • Non pensate che se fa lo striscio o il gattonamento si sporca o prende freddo, queste attività sono indispensabili per un sano sviluppo psicomotorio.
  • Potete gattonare insieme ai/lle vostri/e bimbi/e, magari giocando a rincorrervi oppure potete compiere un esercizio davvero importante e significativo che suggeriscono alcuni neurologi e psicomotricisti: scandite a ritmo col passo una semplice filastrocca, ad ogni appoggio di mano per terra corrisponde il suono di una parola. Questo sarà utile anche per il futuro linguaggio poiché il/la piccolo/a così potrà imparare con molta più facilità ad esprimere le parole, imitando con gesti “atletici” la produzione verbale associata.

Un/a bambino/a sano/a è un/a bambino/a che esplora ed è curioso/a di conoscere cosa gli/le sta intorno per cui sin da piccoli/e favorite sempre le attività di movimento corporeo, fin dalla nascita infatti tutte le forme di apprendimento, anche delle più complesse abilità future e logiche, si baseranno su una serie di pregresse acquisizioni di coordinamento motorio.

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