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L’importanza delle regole

Come fare a calibrarle e trasmetterle ai/alle bambini/e?
 

Il rapporto fra genitori e bambini/e rientra in una relazione di accudimento che mira allo sviluppo fisico, cognitivo, sociale ed emotivo. Questo vuol dire che un/a bambino/a non ha solo bisogno di essere alimentato/a con del cibo, ma ha la necessità (anche biologica) di creare un legame di attaccamento sicuro, stabile e profondo con i propri caregivers, cioè le persone che si curano di lui/lei. Questo legame è importante perché gli/le permetterà di acquisire le capacità utili all’inserimento nella società come individuo dotato di una propria personalità. Una di queste capacità riguarda proprio il rispetto delle regole sia quelle morali, basate sulla buona educazione, la correttezza e il riguardo verso gli altri, che quelle convenzionali, cioè i modi di comportarsi adeguati e riconosciuti idonei dal contesto culturale di appartenenza.

 

I/Le bambini/e, le regole e lo sviluppo della moralità.
I papà e le mamme sono indubbiamente i primi a dover educare i/le propri/e figli/e al rispetto delle regole, la società pertanto autorizza i genitori a gestire quel difficile equilibrio tra autorità e permissivismo.
Da piccolissimi/e i/le vostri/e bimbi/e vi riconoscono come dotati di più abilità, forza, competenza e prestigio, pertanto nutrono verso di voi un rispetto incondizionato ed accettano le regole che stabilite senza ragionare sul fatto che possano essere giuste o sbagliate (dal loro punto di vista ovviamente): l’obbedienza in questo caso è data dal pensiero “mamma o babbo mi hanno detto così quindi devo far così”.

Man mano che crescono entrano però in contatto con altri/e bambini/e, per esempio all’asilo, e incontrano quindi realtà diverse da quelle familiari e potrebbero individuare dei comportamenti che non rientrano nel loro modo di fare.
In questi casi è necessario che voi genitori diate delle spiegazioni, ovviamente calibrando il linguaggio alla loro età, senza inoltrarsi in ragionamenti che non potrebbero capire.

Quando saranno ancora più grandi, a 4/5 anni i/le bambini/e potrebbero cominciare a “ragionare” su ciò che voi stabilite come regole e potrebbero non essere d’accordo, ma in linea generale la loro ubbidienza potrà essere determinata dalla paura della “sgridata” o della “punizione”.
Solo verso gli 8/9 anni si stabilisce un senso di ubbidienza dovuto al “rispetto” conquistato negli anni per il genitore, per cui i/le vostri/e bimbi/e avranno appreso che siete in grado di occuparvi di loro con competenza e lungimiranza e quindi vi ubbidiranno perché si fidano del vostro giudizio.
Nello stesso modo “il giudizio morale” nei/nelle bambini/e, cioè cosa è giusto e cosa sbagliato, cosa bisogna evitare o promuovere nei confronti degli altri si sviluppa partendo prima dall’accettazione incondizionata delle regole e dei principi che suggerite voi genitori (morale eteronoma), poi dai 7 anni circa, è il/la bambino/a stesso/a che in base a ciò che ha vissuto, a ciò che ha potuto osservare dai voi genitori e al rapporto con i coetanei può interiorizzare e fare suoi dei valori generali di riferimento, con i quali si rapporterà ogni volta che dovrà compiere delle scelte o emettere un giudizio.

 

Quali sono gli stili educativi genitoriali?
Per far sì che il/la bambino/a acquisisca delle regole e dei valori morali sarebbe buono poter improntare uno stile educativo “autorevole” basato sulla presa di coscienza della responsabilità dei genitori: essi si assumono cioè il dovere di educare i/le propri/e figli/e e quindi sanciscono regole chiare, precise e condivise, esplicitano le ragioni dei propri comandi, ma con un atteggiamento centrato sul/la bambino/a, volto cioè ad accettare le discussioni dei/lle figli/e piuttosto che imporre, senza nessuna condizione, la propria volontà (quest’ultimo rappresenta infatti lo stile “autoritario”).
Con uno stile autorevole il/la bambino/a crescerà rispettando le regole perché si fida del genitore, con quello autoritario invece lo farà perché teme le conseguenze.

Un altro stile molto di moda negli ultimi tempi, ma non per questo efficace nel compito educativo, è quello “permissivo”: genitori sicuramente affettuosi ma che, essendo troppo indulgenti, non riescono a fornire delle direttive comportamentali adeguate al/la proprio/a bambino/a, generando confusione e mancata acquisizione delle regole.

I latini affermavano che “la virtù sta nel mezzo”, occorre infatti saper camminare sul filo sottile che va dallo stile autoritario a quello permissivo, sostando in quello autorevole, calibrando nella giusta maniera l’autorità che voi genitori dovete esercitare CON i/le vostri/e bimbi/e, con la possibilità di essere aperti e flessibili, accettando i dubbi, le proteste e le lamentele che loro inevitabilmente vi presenteranno.

 

Come educare i/le bambini/e alle regole?
Voi genitori potete aiutare i/le vostri/e bimbi/e nel rispetto delle regole attraverso dei
“semplici” accorgimenti:
- le regole devono essere condivise (i genitori devono essere d’accordo!), se il/la bambino/a percepisce che uno dei due può cedere, state sicuri che ne approfitterà (possono essere piccoli/e, ma sono ricettivi/e e furbetti/e, quindi proveranno a bypassare l’ostacolo se possono!);

- occorrono poche regole, ma quelle che ci sono devono essere chiare (devono valere tutte le volte, non una volta sì e l’altra no, altrimenti i/le bambini/e vanno in confusione);

- le regole dette a voce sono molto poco incisive: meglio l’esempio! Ricordate che i/le vostri/e bimbi/e apprendono per un meccanismo innato di imitazione, per cui loro riproporranno quello che vedono, non quello che sentono;

- soprattutto per i/le bambini/e piccoli/e ricordate che la maggior parte delle acquisizioni avviene attraverso il gioco, perciò se ci sono delle nuove regole da introdurre fatelo attraverso una modalità giocosa e divertente, magari inventandovi una storia (cosa di cui i/le bimbi/e vanno matti/e), coinvolgendoli/e sia con la voce che con l’espressione del volto;

- se il/la bambino/a ha disubbidito cercate sempre di capirne il motivo e a quale bisogno questa sua azione ha risposto;

- non abbiate paura di dire no quando è necessario, i/le bambini/e hanno bisogno di sapere quale, come e quando un’azione può essere svolta;

- quando i/le vostri/e figli/e disubbidiscono possibilmente non urlate, ma parlate loro sottolineando in modo fermo e sicuro cosa c’è che non va.

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