A ognuno il suo… o ognuno scelga il suo?
Girando tra gli scaffali dei reparti di giocattoli per bambine non si può non essere traghettati in un mondo incantato e sognante fatto di bambole adornate con i loro abiti da principesse, spose e modelle, di colorati oggetti che richiamano l’ambiente casalingo, di cucine, culle, pannolini e bebè con le loro mamme-bambole. Dal lato opposto motori, ingranaggi, costruzioni e piccoli laboratori chimici attirano gli sguardi incuriositi e gli animi avventurosi di bambini, ragazzi e papà.
Pochi passi tra un reparto e l’altro, eppure tanti “kilometri” di distanza tra un mondo e l’altro. Una distanza che, però, sembra iniziare ad accorciarsi, permettendo una sorta di “contaminazione” tra le due sfere, rappresentata efficacemente dalla sostituzione di parte del tulle rosa che inondava le scatole di giocattoli delle bambine con giochi e giocattoli ispirati alla natura, alla scienza, al mondo delle costruzioni e delle macchine in generale.
I role model offerti da queste nuove comparse (che siano bambole, personaggi o attività) collaborano efficacemente ad allargare la visione del proprio futuro di bambine e giovani donne, incoraggiandole a esplorare tutte le possibilità e a percorrere strade finora poco tracciate dal mondo femminile.
Alcuni studi ci suggeriscono che già dalla tenera età, le bambine si sentono meno sicure dei loro compagni nelle discipline STEAM, iniziando a sviluppare in questo modo delle convinzioni autolimitanti per le loro professioni, spesso innescate o supportate dai loro genitori. Una ricerca svolta nel 2019 nel Regno Unito mise in luce che 4 genitori su 10 ritenevano di non dover stimolare le loro figlie verso i percorsi di carriera in ambito STEAM, una percentuale ancora decisamente elevata nonostante la vicinanza temporale della ricerca.
Nonostante ciò, vedere quanto queste “contaminazioni” stiano prendendo piede, incontrando anche sempre in misura maggiore il favore di bambine e genitori, è un fatto degno di nota, che ci attesta l’avvio di un cambio di rotta nel ripensamento dei ruoli non solo professionali, ma anche sociali e genitoriali.
Sappiamo bene che un’inversione di tendenza come questa richiede impegno e sforzi condivisi dall’intera società. Infatti i modelli di riferimento di donne STEAM presenti oggi potrebbero sembrare comunque troppo “alti” e rari, quasi delle eccezioni alla regola, rappresentata ancora dalle aule scolastiche e universitarie in ambito matematico, ingegneristico e scientifico gremite di studenti maschi. È necessaria allora una maggiore presenza di questi elementi nell’immaginario di bambine e ragazze, una presenza che riesca a toccarle ancor più da vicino e quotidianamente, in casa, a scuola, nella società.
Animali e ruoli genitoriali: cosa ci possono insegnare?
Il regno animale può offrirci un valido aiuto per osservare da un differente punto di vista la questione. Esistono infatti diverse specie animali la cui gestione del “gruppo famiglia” con le sue dinamiche e la distribuzione dei ruoli tra femmine e maschi risultano particolarmente curiose e interessanti.
Nelle coppie di pinguini imperatori, ad esempio, è il maschio a covare le uova al posto della femmina, la quale, dopo aver deposto l’uovo, parte in mare aperto per viaggiare alla ricerca di grandi scorte di cibo. Il “papà” pinguino mantiene al caldo le uova, tenendole in equilibrio con i piedi e offre loro protezione con una piega della pelle che funziona come una sorta di marsupio.
Il maschio del nandù (un particolare uccello somigliante allo struzzo e presente nel Sudamerica orientale), invece, provvede alla crescita dei suoi piccoli totalmente da solo. I maschi costruiscono e preparano per le femmine un nido, dove queste ultime depongono le uova, ma sono i maschi di nandù a covarle per sei settimane, ovvero fino alla nascita dei pulcini.
Un altro padre molto premuroso in natura è rappresentato dal fenicottero, il cui esemplare maschio si occupa della costruzione del nido e della cova dell’uovo, alternandosi in maniera equa con la femmina. In più, sia il maschio che la femmina del fenicottero provvedono all’allattamento (pur non essendo un vero e proprio latte) dei piccoli, in una perfetta parità di compiti nella cura dei nuovi nati.
Pochissimi esempi questi, seppur molto efficaci, di come in natura esistano non solo padri feroci e procacciatori di cibo e madri che nutrono i piccoli, ma anche madri avventurose e padri amorevoli.
Una mamma che parte per un viaggio spaziale, un papà che gioca con i figli, un papà che progetta un’auto, una mamma che prepara il pranzo… Nessuna di queste immagini è l’eccezione alla regola, nessuna di queste rappresenta la regola. Il “dream gap” che frena i sogni di bambine e giovani donne si sta affievolendo, ma è necessario continuare a percorrere la strada che le porti a convincersi completamente che hanno le chiavi per aprire tutte le porte e che possono essere coraggiosi pinguini imperatori pronti a tuffarsi in mare.