Nella scuola a livello mondiale si sta facendo sempre più strada un approccio noto con l’acronimo STEM (a indicare gli ambiti scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico): esso mira rinnovare il modo di educare, superando il tradizionale insegnamento di discipline “a compartimenti stagni” e allenando i giovani ad affrontare le sfide complesse della contemporaneità.
A pensarci bene, gran parte delle imprese dell’uomo hanno richiesto di “pensare in ottica STEM”: progettare uno shuttle, produrre un film o creare un’invenzione come lo smartphone non sarebbero stati possibili senza l’unione di fisici, ingegneri, designer, artisti e creativi!
Una delle “competenze STEM” oggi più penetrate nella didattica è l’educazione al pensiero computazionale. Oggi nelle classi, bambini e ragazzi si cimentano con software come Scratch o MIT App Inventor, che permettono di apprendere le basi del linguaggio computazionale e programmare prodotti come storie animate, videogiochi, simulazioni interattive, app. In molti Paesi del mondo l’insegnamento del pensiero computazionale è riconosciuto dalle politiche educative nazionali ed entrato di diritto nella programmazione a tutti i livelli di istruzione.
Programmare è come parlare una seconda lingua?
Sebbene la programmazione sia tipicamente associata all’ambito matematico o alle competenze digitali, molti esperti ritengono che sia qualcosa di più, che vada considerata una vera e propria “seconda lingua” e che la padronanza nella propria lingua madre vada di pari passo con l’apprendimento della programmazione. Ma che rapporto c’è tra lo sviluppo delle abilità linguistiche e il coding? Può il pensiero computazionale sostenere lo sviluppo del linguaggio, delle abilità di lettura e scrittura in età evolutiva?
Le somiglianze più evidenti riguardano come il linguaggio naturale e quello computazionale sono organizzati: entrambi fanno affidamento a un vocabolario o lessico, l’insieme dei “mattoni” di base dotati di significato: nella lingua sono i sostantivi, i verbi, le congiunzioni ecc., nell’informatica sono funzioni e variabili. Inoltre, in entrambi i domini esiste una sintassi, ovvero una serie di regole su come gli elementi di base possono essere combinati per creare significati nuovi: da un lato in frasi e periodi, dall’altro in algoritmi che regolano il funzionamento di qualsiasi software.
Come si legge e come si scrive (un codice)?
Più nel dettaglio, alcuni autori hanno indagato delle analogie nei processi con cui si comprende o si produce da un lato il linguaggio, dall’altro un codice.
Quando riceve un messaggio verbale (testuale o orale) o un codice, il “lettore” per prima cosa dovrà percepire e organizzare gli stimoli (ad esempio suddividere o raggruppare i fonemi/le lettere vs. le istruzioni di un algoritmo); ciò gli consente di riconoscere le unità elementari del messaggio e comprendere in quali relazioni sono tra di esse (es. come le parole si combinano per formare una frase, come diverse istruzioni formano una sequenza).
Se percorriamo il processo necessario per produrre un testo o un algoritmo, possiamo ritrovare le stesse corrispondenze: si parte da un’intenzione comunicativa e si finisce attivando atti motori per “emettere” il messaggio, che sia scrivere su carta, parlare o digitare una sequenza di comandi.
Queste analogie sostengono l’idea che esercitarsi nel costruire sequenze di comandi possa aiutare i bambini nella costruzione di frasi con una corretta sintassi, e creare programmi composti da sequenze organizzate possa allenarli a formulare pensieri e narrazioni complessi. Alcune ricerche hanno prodotto risultati interessanti su questo campo, mostrando ad esempio come insegnare il pensiero computazionale consenta di sviluppare capacità di storytelling e compositive e possa facilitare l’apprendimento delle lingue, anche in studenti con compromissioni nella letto-scritture e cognitive.
Bibliografia:
Evelina Fedorenko, Anna Ivanova, Riva Dhamala, Marina Umaschi Bers, The Language of Programming: A Cognitive Perspective, Trends in Cognitive Sciences, Volume 23, Issue 7, 2019, Pages 525-528
Jacob, S.R. and Warschauer, M., 2018. Computational Thinking and Literacy.
Papert, S. (1980) Mindstorms: Children, Computers and Powerful Ideas, Basic Books
Peppler, Kylie A., and Mark Warschauer. "Uncovering literacies, disrupting stereotypes: Examining the (dis) abilities of a child learning to computer program and read." International Journal of Learning and Media 3.3 (2011): 15-41.