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Favola o fiaba?

Maria Montessori tra immaginazione e fantasia

Quando si parla di immaginazione, ci vengono subito alla mente bambini e bambine che giocano, che inventano, processi creativi e grandi scienziati.

È una parola che ha sempre avuto un posto importante nella vita dell’essere umano e che ispira grandi potenzialità, tanto che la capacità immaginativa è considerata dai genitori un’importante qualità da coltivare nella vita dei propri figli e figlie.

Talvolta però quando si parla di immaginazione la si confonde con la creatività, come se fossero sinonimi, anche perché la stessa creatività è una qualità che al giorno d’oggi si ritiene sia assolutamente necessario sviluppare nei bambini e nelle bambine. È necessario allora fare un passo indietro e comprendere meglio di cosa stiamo parlando. Sebbene intimamente correlate creatività e immaginazione sono due cose completamente diverse.

L’immaginazione infatti è la possibilità di evocare o produrre immagini indipendentemente dalla presenza dell'oggetto cui si sta pensando.
La creatività invece è la capacità di creare qualcosa nel mondo reale usando proprio l’immaginazione. Per essere creativi quindi abbiamo bisogno di essere estremamente capaci di immaginare, ma non necessariamente il contrario e di conoscere la realtà che ci circonda.

Una delle più famose citazioni sulla creatività è di Henri Poincaré che nel 1908 scrive: "La creatività è unire elementi esistenti con connessioni nuove, che siano utili".
L’immaginazione è i mattoni della creatività e Maria Montessori lo aveva già compreso molto chiaramente, infatti scrive: “Questa forza di immaginazione nel bambino sotto i sei anni viene solitamente spesa in giocattoli e fiabe, ma sicuramente possiamo dargli cose reali su cui immaginare, mettendolo così in relazione più accurata con il suo ambiente. "
(Maria Montessori - Educazione per un nuovo mondo, p. 73)

Perché allora si dice che Maria Montessori non sia a favore della fantasia? Non è la stessa cosa dell’immaginazione?

Fantasia e immaginazione sono due cose molto diverse tra loro, così come lo sono le favole e le fiabe, che però spesso si tende ad usare come sinonimi.
Maria Montessori prediligeva nelle sue classi la lettura e il racconto di favole e non di fiabe. E per un motivo ben preciso. Ma andiamo per gradi.

La fiaba è una narrazione che ha sempre un lieto fine, caratterizzata da racconti che sono principalmente incentrati su personaggi e ambienti magici e fantastici come fate, orchi, streghe, possessori magari di poteri incredibili (es. Cappuccetto Rosso, Cenerentola, La bella Addormentata nel bosco, Pollicino etc.).

La favola invece è una narrazione accompagnata sempre da una morale che vuole evidenziare vizi e difetti della società dei giorni nostri e dove i personaggi e gli ambienti sono principalmente realistici (anche se non è raro trovare anche qui animali parlanti che non appartengono alla realtà di un/a bambino/a).

Le fiabe ci sembrano assolutamente innocue, quanti di noi sono cresciuti a suon di mele avvelenate e giganti ruba bambini? Ma poi a volte accade che all’improvviso senza un’apparente ragione, i/le nostri/e figli/e non riescano più ad addormentarsi serenamente, si sveglino la notte piangendo perché vedono una strega nel buio o perché c’è un lupo nascosto sotto il letto e di solito la nostra pronta risposta è: “ma non esistono queste cose!”.
Certamente per la nostra mente adulta, in grado di discriminare in maniera esatta e naturale la realtà dalla finzione, è scontato e banale. Per un bambino o una bambina non funziona proprio così.

Ciò che incoraggiamo attraverso questo tipo di storie è la fantasia che, a differenza dell’immaginazione, non ha riscontri nella realtà.
L'immaginazione invece si fonda su tutte le sensazioni che il nostro corpo e cervello hanno percepito nella realtà e che sono anche in grado di ricreare: come un oggetto che conosciamo e che possiamo immaginare anche se non lo abbiamo concretamente davanti ai nostri occhi.

La fantasia è invece un prodotto dell’immaginazione che offre ai/alle bambini/e scenari impossibili (che non potranno mai avverarsi) e contraddice la crescente comprensione del/la bambino/a di come funziona il mondo.

Cosa dicono le più recenti ricerche scientifiche riguardo l’uso della fantasia per i/le bambini/e più piccoli/e?

Maria Montessori sosteneva, come molti altri psicologi e pedagogisti del suo tempo, che i bambini e le bambine fino ai 6 non fossero in grado di distinguere tra fantasia e realtà e che tendessero a credere a qualunque cosa venisse detta loro.
Studi recenti tuttavia ci dicono invece che dai 3 ai 4 anni i/le più piccoli/e iniziano ad essere in grado di distinguere tra realtà e fantasia grazie ad un fondo di scetticismo che già si palesa in loro a questa età.

Come mai allora, soprattutto nella cultura occidentale, ci sono molti bambini e bambine che credono in una vasta gamma di esseri fantastici come Babbo Natale, la fatina (o topolino) dei denti, la befana, il lupo cattivo ecc?
La risposta è che questo accade non perché i/le bambini/e siano semplicemente dei creduloni; è invece piuttosto plausibile che la reazione iniziale dei/delle più piccoli/e sia di scetticismo, che però sparisce facilmente a causa della pressione culturale attorno ai bambini e alle bambine, così come delle testimonianze dei genitori che forniscono prove concrete sulle quali i/le più piccoli/e creano la loro realtà (es. i soldi trovati sotto il cuscino e il dente sparito, i biscotti mangiati dalle renne lasciati fuori la porta etc.).

Nello studio di ricerca venivano proposti nuovi termini o soggetti/personaggi completamente di fantasia che i bambini e le bambine dovevano dire se essere reali o di finzione. I/le bambini/e, nella maggior parte dei casi rispondevano che secondo loro erano parole o soggetti di finzione perché non ne avevano mai avuto esperienza nella realtà.

I/Le bambini/e quindi riescono anche da molto piccoli/e a comprendere cosa possa essere finzione o realtà, proprio perché imparano dal loro agire e dal loro fare.
Certo è che sei noi adulti forniamo delle prove dell’esistenza di qualcosa che non esiste o esponiamo continuamente i/le più piccoli/e a cartoni, film, libri e giochi di fantasia quella diventerà la loro realtà anziché magari l’osservare il papà cucinare e voler fare come lui immaginando di essere un grande chef, o guardare gli uccelli nel cielo e immaginare di volare come loro.

Nei giochi di “finzione” i/le bambini/e non vivono di “fantasticheria”, ma provano nuovi ruoli, sperimentano in un ambiente sicuro nuove esperienze e costruiscono il loro repertorio sociale. Molte delle attività di vita pratica (per approfondire: "40 Attività di vita pratica") sfruttano proprio questa naturale inclinazione nei/lle bambini/e a voler imitare l’adulto e a cimentarsi davvero in ciò che vedono fare intorno a loro.

I/Le bambini/e vogliono sapere com'è veramente il mondo e come funzionano le cose e usano “fingere” per sperimentare all'interno di quel mondo. Facciamo però lo sforzo, di fare in modo che questa “finzione” non resti tale, ma sia reale, come ci ha suggerito la Montessori, e offriamo ai bambini e alle bambine, in sicurezza, oggetti veri e reali e non frutti e stoviglie di plastica

Come comportarci allora nel proporre immaginazione e fantasia?

Maria Montessori non era affatto contro l’immaginazione, anzi! Diceva però che la vera base dell’immaginazione è la realtà e che solo una buona base di esperienze reali può portare ad una ricca immaginazione.
Ciò che dobbiamo semplicemente fare, almeno fino all’età dei 4 anni, è fornire ai bambini e alle bambine le esperienze più tangibili e pratiche possibili, saranno loro stessi a dar vita alla propria immaginazione e di conseguenza alla fantasia.
Ma sarà un processo consapevole, perché più i/le bambini/e avranno fatto esperienze nella realtà e più saranno in grado di lasciarsi andare serenamente all’immaginazione e alla fantasia perché sapranno distinguerle, sapendo concretamente cosa appartiene alla realtà e cosa alla loro fantasia, grazie anche al supporto onesto dell’adulto che gli farà sempre da guida.

In questo modo eviteremo interferenze e confusioni nella mente del/la bambino/a.
E se anche dovesse capitarci tra le mani un libro di animali parlanti o di draghi sputafuoco, non dovremo averne timore o pensare a chissà quali danni possa creare. È il nostro atteggiamento che in quel caso farà la differenza.
Possiamo anche leggerlo con i/le nostri/e figli/e, ma manteniamo vivo uno spirito critico e proviamo a suscitare in loro delle riflessioni offrendo delle domande: “Cosa ne pensi? Hai mai visto per strada un cane parlare?”, sarà sorprendente ascoltarli e molto probabilmente ci stupiranno con risposte assolutamente rispondenti alla realtà.

Alcuni suggerimenti per scegliere i libri:

Prediligi storie che:

  • siano basate sulla realtà e che stimolino la meraviglia e la conoscenza del mondo (animali, piante, popolazioni, mezzi di trasporto ecc).
  • abbiano personaggi ammirevoli.
  • non siano banali solo perché dedicate ai/lle bambini/e
  • che abbiano belle illustrazioni, il più reali possibili: abituare i/le bambini/e alla bellezza dei disegni è un’ottima attività sensoriale.

 

 

BIBLIOGRAFIA:

Maria Montessori, La mente assorbente, Garzanti

Maria Montessori, Maria Montessori parla ai genitori, Il leone verde

Maria Montessori, The California lectures of Maria Montessori, Montessori-Pierson Publishing Company

Do monsters dream? Young children’s understanding of the fantasy/reality distinction, Tanya Sharon and Jacqueline D. Woolley2

Revisiting the Fantasy-Reality Distinction: Children as Naïve Skeptics
Jacqueline D. Woolley and Maliki Ghossainy

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