Dormire rappresenta per il/la neonato/a una delle principali attività del primo mese di vita, dalle 16 alle 18 ore al giorno infatti i/le piccolissimi/e trascorrono il tempo dormendo: ciò è essenziale per uno sviluppo sano infatti il sonno è importantissimo affinché ci sia una crescita armoniosa. Man mano che il/la bambino/a crescerà le ore per il riposo diminuiranno concentrandosi principalmente su quelle notturne e sul sonnellino pomeridiano, arrivando a circa 9/10 ore per notte dai 6 ai 12 anni.
Come e dove dormire quindi per i primi mesi e anni di vita?
Nella nostra cultura c’è il timore che far dormire il/la piccolo/a nel lettone crei una dipendenza e lo/la porti ad essere nel futuro immaturo/a e con disagi relazionali. In realtà non c’è nessuno studio scientifico che abbia dimostrato tale correlazione, ma per capirci qualcosa in più ragioniamo insieme su alcuni elementi che riguardano la psicologia perinatale.
Appena nato/a il/la piccolo/a ha bisogno di “ri-trovare” un ambiente familiare e tranquillo: dentro il pancione era al sicuro, tutto era perfettamente in linea con le sue esigenze, il nutrimento era sempre a disposizione e il sonno-veglia avveniva in un clima assolutamente termoregolato alla perfezione. Fuori dall’utero materno questi “termostati” così precisi non ci sono e, soprattutto all’inizio, bisogna provvedere alla giusta soddisfazione dei bisogni del/la proprio/a figlio/a. Fra di essi è incluso anche il “buon dormire”, cioè la possibilità di garantire al/la proprio/a cucciolo/a un ambiente idoneo al suo riposo, proprio perché il tempo dedicato a tale attività è notevole!
Fondamentale è quindi far si che il/la piccolo/a sia tranquillo/a nel sonno, i suoi risvegli possono essere frequenti durante il primo mese (ogni due/tre ore), per cui è necessario che lui/lei avverta di trovarsi in un posto sicuro, in cui possa riconoscere non solo gli ambienti, ma anche ad esempio l’odore della mamma. Necessario è quindi che lui/lei sia perlomeno nella stessa stanza dove dormono i genitori, questo garantirebbe due cose: la prima è che i genitori avvertirebbero subito eventuali risvegli e potrebbero andare a consolarlo/a e/o allattarlo/a senza far passare troppo tempo, favorendo così un riaddormentamento più precoce, la seconda è che il/la bimbo/a troverebbe subito un ambiente in cui si sente protetto/a perché avvertirebbe la presenza dei genitori e questo gli/le permetterebbe di proseguire la notte con più serenità.
Far dormire il/la neonato/a fin da subito in una stanza diversa da quella dei genitori non avrebbe quindi proprio senso poiché potrebbe minare quel “senso di sicurezza” che è alla base di uno stile di attaccamento sicuro, fondamentale per la crescita psico-fisica del/la bambino/a e per le sue future relazioni sociali. Detto ciò quindi si possono intraprendere due strade:
- far dormire il/la piccolo/a nella culla nella stanza dei genitori
- il co-sleeping ovvero far dormire il/la neonato/a nel lettone o in una culletta specifica che si attacca ad un lato del letto matrimoniale.
Vantaggi del co-sleeping
- Per prima cosa la possibilità di far dormire il/la neonato/a sul lettone sarebbe una comodità per il genitore che allatta, al risveglio di suo/a figlio/a infatti non sarebbe necessario scendere dal letto o uscire dal caldo delle coperte;
- Ai/lle bimbi/e a volte basta “sentire” che c’è qualcuno vicino a loro per riaddormentarsi, come dicevamo prima lo sentono sia con il tatto, ma anche con l’olfatto (non a caso nelle cullette si mettono dei pezzi di stoffa e/o vecchi pigiami che sono stati indossati dalla mamma per far sentire il suo odore).
- Alcuni studi hanno messo in evidenza come il sonno della mamma in qualche modo si sincronizzi con quello del/la bambino/a favorendo il rilascio di alcuni ormoni come l’ossitocina e la prolattina, fondamentali per l’allattamento e la creazione del legame mamma-bambino/a.
- Quando il/la piccolo/a magari sta poco bene è possibile accorgersi subito se ad esempio ha il nasino chiuso o se sta salendo un po’ di febbre, ed è quindi più facile monitorare i suoi segnali fisici e comportamentali.
Svantaggi del co-sleeping
- Alcuni genitori sono preoccupati quando sanno di avere un/a bambino/a appena nato/a sul lettone poiché temono di schiacciarlo/a o di arrecare danni con i loro movimenti: se questa preoccupazione ad esempio fa dormire male il genitore è meglio che il/la piccolo/a magari dorma nella culletta vicino al letto matrimoniale, poiché il “buon sonno” non deve essere solo del bebè, ma anche di chi lo accudisce giorno e notte.
- Il fatto di avere nel letto il /la proprio/a bambino/a potrebbe a lungo termine provocare qualche disagio alla coppia, sta quindi ai genitori decidere come conciliare la propria intimità con i bisogni di accudimento del/la bambino/a.
Alcune raccomandazioni sul co-sleeping e sul “buon sonno”
- Il co-sleeping va deciso dalla coppia e non da un solo genitore.
- Se volete praticare il co-sleeping è assolutamente vietato fumare nella stanza matrimoniale.
- Occorre togliere cuscini e peluche ingombranti per evitare che il/la piccolo/a abbia troppo poco spazio per respirare.
- Il materasso non deve permettere troppi avvallamenti, meglio rigido.
- Il/la neonato/a deve dormire sempre a pancia in su, così come raccomandano i pediatri.
- Dove e come far dormire vostro/a figlio/a è una decisione solo vostra, da prendere in base a ciò che si crede buono per lui/lei e per voi.
- Il co-sleeping non porta ad un ritardo nelle acquisizioni delle autonomie e non è un vizio, generalmente sarete voi a capire con il buon senso quando è ora di regalare uno spazio autonomo per il riposo di vostro/a figlio/a.
Sta a voi genitori decidere come organizzare il riposo della famiglia, la linea guida dovrebbe essere quella di garantire un “buon sonno” a tutti, grandi e piccini…con un po’ di tolleranza ed aiuto reciproco inclusa nel pacchetto per i primi mesi di adattamento reciproco.